FILIERA LATTIERO-CASEARIA VENETA: IL FUTURO E’ LA RICERCA

filiera latte veneto

Un convegno dal titolo “E’ ancora tempo di latte?” è stato  promosso da presso l’Istituto dell’Azienda Regionale per la Qualità e le Tecnologie Agroalimentari a Thiene (Vicenza). L’amministratore di Paolo Pizzolato ha detto che “in un contesto in cui le agricole sono nell’occhio del ciclone, e i prodotti più sani e salutari quali latte e derivati ne pagano le spese, la scienza e ricerca costituiscono certamente un prezioso strumento risolutivo”.  L’incontro si è rivelato un successo perchè ha registrato la presenza di tutti gli della filiera produttiva lattiero casearia veneta (Latterie Soligo, Lattebusche, Centrale del Latte di Vicenza, Consorzio formaggio Asiago, e altri.) nonché esperti tecnici/ricercatori in campo medico sanitario. Va sottolineato che l’Istituto di , è il centro per eccellenza di ricerca su latte e derivati, fondato oltre 80 anni fa, attraverso qualificati laboratori continua ad occupasi di sicurezza alimentare e di qualità e tipicità delle dell’industria agroalimentare. , è stato detto, hanno riconosciuto da tempo il valore nutrizionale del latte e dei prodotti caseari in una dieta sana. Vediamo le novità: interessanti studi, esposti da Angiolella di , hanno portato ad individuare alcuni prodotti lattiero caseari come importante veicolo di microorganismi (microorganismi vivi ed attivi che ingeriti esplicano un effetto positivo sulla salute del consumatore) in particolare nei , ricerche che hanno portato alla creazione di . La L. Bailoni dell’Università di Padova, ha invece parlato di latte e Omega 3, fondamentale per la digeribilità del prodotto. Secondo ultime ricerche è possibile arricchire biologicamente il latte e i derivati di acidi grassi Omega3 mediante l’alimentazione dei bovini da latte, senza intervenire a fine prodotto. Il futuro del comparto sembra risiedere nell’incontro sinergico tra filiera produttiva e ricerca scientifica, non solo per creare nuovi segmenti di mercato, ma anche per migliorare quelli già esistenti. Sono state infatti condotte interessanti ricerche anche su prodotti tipicamente veneti e tradizionali quali l’Asiago DOP o il DOP, che costituiscono una fonte di reddito sicura all’intero settore. Nel merito proprio pochi giorni fa, nella congiuntura agroalimentare 2010, presentata da , è stato fotografato un comparto lattiero caseario veneto in stallo rispetto al 2009 con 376 milioni di euro prodotti dal comparto bovini da latte ( – 0,6%) di cui l’85% è destinato alla produzione casearia. E’ proprio quest’ultima a far da traino per l’intero settore, in particolar modo grazie alla produzione di formaggi certificati. A primeggiare il Grana Padano DOP (35% del latte veneto), seguito dall’Asiago DOP (15% del latte veneto) e dal Monte Veronese DOP in crescita del 3,5% rispetto al 2009. Battuta d’arresto invece per il DOP la cui produzione torna sotto il milione di forme (-10%).

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