A quanto pare, per l’aumento di aziende biodinamiche, anche in Italia (anche se di aspetto modaiolo, soprattutto nel vitivinicolo), è omai convinzione che i “nostri vecchi” avevano ragione. L’agricoltura va vissuta camminando nei campi e parlando con le piante. Quindi la spiritualità dei frati Benedettini, che hanno promosso la giusta agricoltura “uomo-natura” in tutta Europa, a partire dal medioevo, trova rivalsa contro l’invasione tecnico-chimica degli ultimi 50anni. Probabilmente sarebbe utile rivedere anche i sistemi di gestione agricola europea e degli istituti scolastici ed universitari, per avvicinare le nuove generazioni agricole alla reale vita in campagna. L’atea Europa e la chimica campagna italiana devono fare più passi indietro, dimenticando ogm ed abbattimenti e contenimenti della produttività. I “nuovi” agricoltori con la biodinamica avranno raccolti qualitativamente superiori ma con minore impatto quantitativo.Già dagli anni venti lo studioso-filosofo Rudolf Steiner sosteneva la biodinamica, che indicava le falle della scienza, nel dimenticare una componente insita nell’uomo e negli esseri viventi: la spiritualità e l’armonia delle forze nell’universo. Ostacolato dal nazismo, il suo pensiero è riemerso grazie anche all’agricoltura biologica degli ultimi 20anni, sorella della più impegnativa biodinamica. Ad oggi tali metodi di approccio nei campi, vengono travisati come “sette” non attendibili, invece, si tratta prevalentemente di vivere con naturalità ciò che l’uomo riesce ad ottenere da coltivazioni ed allevamenti, senza forzature, nel rispetto dei bioritmi naturali. Volendo ancor più semplificare, si tratta di etica e rispetto dei cicli naturali.