I “vini bianchi con bollicine” favoriscono il benessere di cuore e cervello: a questo è arrivato, con uno studio, la Reading University.  Nella ricerca, datata qualche tempo fa, e che fatto parlare poco i media locali e nazionali, si evidenzia che il vino Prosecco è ricco di polifenoli, sostanze antiossidanti che permettono di diminuire lÂ’’ ipertensione e proteggono il sistema cardiovascolare. Speriamo che ‘”La notte della ricerca”Â’ sia lÂ’’ occasione per far parlare di questa importante scoperta”. Così, dalle pagine di proseccobattistella i viticoltori della Casa spumantistica Battistella, produttrice di ‘Battistella, il ProseccoÂ’, affermano quanto utile il Prosecco sia nella cura e prevenzione di alcune patologie. LÂ’’ azienda trevigiana ha partecipato a “‘La notte della ricerca”Â’Â di Padova, con degustazioni ed analisi sensoriali. Ricercatori di tutta Europa nella città del Santo per incontrare il grande pubblico con workshop, incontri, spettacoli, visite guidate. L’ Â’iniziativa, finanziata dalla Commissione Europea, ha come partner le Università di Padova, Verona e Venezia. Il programma è online alla pagina http://www.venight.it/it/padova_9.htm. Presso lo spaccio aziendale, a Pianzano (Treviso) la casa spumantistica produttrice di Prosecco offrirà a tutti i winelover che faranno visita in azienda un calice di Prosecco e lo staff si preoccuperà  di ulteriri approfondimenti sullÂ’’ importante risultato dello studio inglese. “ll gene “Dxs”, individuato dai ricercatori dellÂ’’ Istituto Agrario di San Michele allÂ’Adige (Trento) e che determina lÂ’a romaticità delle uve, è una tangibile scoperta di come la ricerca italiana sia viva, seppur spesso trattata come settore di serie D, forse E. Il problema sono sempre ‘le risorse finanziarieÂ’, servono più fondi alla ricerca, anche in enologia e viticoltura! UK docet” affermano i Battistella. Il secondo problema, soprattutto italiano, è che “quando si introduce un linguaggio più complicato come quello della genetica – ha sostenuto il professor Attilio Scienza, tra i massimi esperti mondiali di vitivinicoltura – il consumatore ha subito un atteggiamento di sospetto, c’ ’è paura della scienza. Dobbiamo superare questa barriera, dando una maggiore informazione, con razionalità . Dovremo fare sempre più i conti con il Dna, con la genetica, ma sono parole che il consumatore ha paura di pronunciare, e dovremo fare in modo di adattarle per far passare in modo positivo il messaggio del vino come “prodotto tecnologico”, che vuol dire anche salubrità e sicurezza”.