VENDEMMIA A MAZZORBO PER L’UVA D’ORO DI VENEZIA

Giorni d’inizio vendemmia sull’isola di Mazzorbo per l’Uva d’Oro, nota con il nome di Dorona, antica uva delle , salvata dall’oblio e forse dalla scomparsa, grazie all’impegno dell’ Veneto Agricoltura, del Centro di Ricerca per la Viticoltura di Conegliano e di imprenditori privati. Nel cotesto del progetto di recupero della tenuta chiamata “Venissa”, di proprietà del Comune di Venezia, è stato ricreato un vigneto di quest’uva.  A tagliare i primi grappoli il presidente della Luca Zaia e il presidente della , affiancati dai ragazzi down dell’Associazione Persone Down della Marca Trevigiana, già esperti vignaioli, enologi e creatori di etichette. La presenza di Baratta, vicepresidente del FAI, non è casuale e vuol essere un’omaggio della cultura ad uno suo , quello dell’enologia, della quale il presidente della Biennale è protagonista con la sua tenuta Monteti, nel Comune toscano di Capalbio. Il recupero di “Venissa” e dell’Uva d’Oro è avvenuto sulla base del progetto di recupero e valorizzazione presentato da imprenditori del settore dell’enologia e della nautica (Gianluca e Alberto Sonino), giudicato il migliore tra i 12 presentati al Comune. L’iniziativa, oltre alla valenza storico – culturale, vuole sottolineare la straordinarietà dell’enologia del Veneto in generale. Dei circa 8 milioni di ettolitri di vino prodotti attualmente in Veneto, 3,2 milioni sono oggi a Denominazione e, di questi, quasi l’85 % sono ricavati da uve autoctone e originarie (tra le più importanti: le rosse Corvina, Rondinella, Molinara, Raboso, e le bianche Glera e Garganega) dalle quali si ottiene una varietà di vini eccellenti e forse unici in gradio di abbinarsi ad ogni cibo. Proprio per sottolineare l’ delle uve autoctone nella produzione e nell’economia enologica del Veneto, all’evento anche produttori di mondiale, nella valorizzazione degli antichi vitigni.  Zaia, ringraziando le Autorità che hanno voluto esaltare questo evento, ha sostenuto che si tratta di una agricoltura eroica.

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