Oltre trecento pesci gatto, del peso di 300-400 grammi ciascuno, per un quantitativo di 104 kg, sono stati immessi in vari corsi d’acqua della provincia di Venezia. Nel dettaglio: 10 kg nello Scolo Botta, altri 10 nello Scolo Monforesto, 15 alla Cava di Gatta, 34 nel primo Bacino Lison e 35 nel Canale Lanzoni. “Con questa semina di pesce gatto abbiamo voluto ripristinare la presenza della specie che negli ultimi anni ha subito una notevole riduzione” ha detto l’assessore provinciale alla pesca Giuseppe Canali. Altre immissioni di pesce gatto sono state previste per rivalorizzare un pesce che fa parte della cultura ed usi locali. Il nome di pesce gatto è Amenins melas; l’agenzia “Veneto Agricoltura” provvede a sviluppare il novellame di questo pesce che staziona in fiumi, laghi naturali ed nelle vasche predisposte per i pescasportivi. Ha carni non eccezionali, ma ha la caratteristica di vivere sui fondali e di arrivare anche a grosse dimensioni. In cucina il pesce gatto viene preparato in diversi modi, a secondo delle zone: la sua carne si può fare marinata, oppure fatta a filetti e infarinata e si fa fritta; ci sono usanze anche di cucinare il riso con le carni di questo pesce. Sul fronte dietetico si ricorda che ha 92 calorie ogni cento grammi.