Ogni velista quando esce in mare aperto, o costeggia il litorale, scommette su se stesso, sulle proprie capacità di orientamento e di previsione. Perché in pochi minuti lo scenario nel quale si è presentato può cambiare. E il mare, da liscio e scorrevole, può mostrare tutta la propria ostilità, e divenire affascinante ma da interpretare. Al tempo stesso l’avvistamento di un’altra barca può rappresentare lo stimolo a vedere se la propria barca è più veloce di quella che si sta avvicinando, magari sulla stessa rotta. Se le capacità al timone sono al top o la regolazione delle vele è ottimale. In pratica, siamo in regata contro uno sconosciuto che sta timonando un’altra imbarcazione. Da queste sfide e scommesse quotidiane è nato lo sport del mare. Limpido, trasparente come il mar Ionio, contrassegnato da un’etica che impone di non accendere il motore, di navigare di notte con le luci accese per mantenere l’avvistamento da parte delle imbarcazioni in transito, e anche degli avversari. Questo sport, questa disciplina pura, quando la provi, la vivi, ti entra nel sangue. La mia prima regata è stata proprio la Barcolana, nel 1980. Una partenza sotto il temporale, poi la nebbia, il vento, il sole, e l’esplosione di colori delle decine di spinnaker che ci seguivano. Ma già prima, nelle uscite in mare si rinnovava la sfida anche con timonieri mai visti e barche sconosciute. E’ con questo spirito che Fortunato Moratto ha vinto un’altra scommessa. Il velista di Cormons, da dieci anni è responsabile del Marina Sant’Andrea di San Giorgio di Nogaro (Udine). Moratto è stato tra i velisti professionisti friulani che negli anni della crescita dello sport del mare hanno rappresentato al meglio le qualità della marineria regionale. Per esempio alla Withebread. Quando anche i fratelli sangiorgini Stefano e Alberto Rizzi cominciavano la loro ascesa nel mondo del mare. Moratto, ha aggiunto da alcuni mesi un’altra perla ai traguardi raggiunti con il Marina Sant’Andrea, tra i quali la prestigiosa Bandiera Blu per la sostenibilità della struttura e la qualità della stessa e dell’accoglienza, ricevuta ininterrottamente dalla fondazione del Marina, facendo di Sant’Andrea la sede del punto vendite per l’Adriatico del prestigioso cantiere finlandese Nautor’s Swan. Ha poi deciso di premiare il suo staff. E di far provare l’emozione della Barcolana di Trieste (nella foto). Un modo formativo per appassionare ancor di più, se ce ne fosse stato bisogno, il suo team al mondo del mare. Una bella gita, il trasferimento, per qualcuno il battesimo del mare con la risalita di bolina con la bora del golfo di Trieste, con una barca del tutto tranquilla. Grande, da crociera, e non da corsa: un Ron Hooland di 68 piedi, “Matchless”. Qual’è stata la sfida? Quella di partecipare nella categoria Regata. Nonostante che per barche come la sua, un paio d’anni fa sia stata istituita la categoria Crociera, riservata alle barche meno corsaiole, più comode, con tutte le dotazioni a bordo per navigare in tutta comodità, come “Matchless”. Una bella regata, un’emozione nuova per il team. (c.m.)

Lascia un commento