Secondo gli analisti di Equita avrebbe scarsa probabilità di successo un polo veneto (fatto da Veneto Banca, Popolare di Vicenza, con aggregati Banca Marche e, come sponsor,  la Fondazione Cr di Verona).  Tale operazione – stando a quanto è stato scritto dal team e riportato da MF –  verrebbe considerata rischiosa e pare anche risultare non gradita ai mercati. Da Equita si è appreso che l’operazione punterebbe a un aumento di capitale del Banco Popolare riservato alla Fondazione e ad altri soci privati quali la famiglia Benetton o industriali (tipo Cattolica Assicurazioni). Il successivo passaggio sarebbe la fusione per incorporazione di Veneto Banca e Banca popolare di Vicenza e l’acquisizione di Banca Marche (quest’ultima è in ammistrazione straordinaria). Per la banca d’investimento Equita il progetto “polo veneto” avrebbe un rischio elevato e potrebbe difficilmente creare valore. C’è tuttavia, sempre a parere di Equita, una chance: le banche “candidate” farebbero breccia se acquisite a forte sconto. Si parla però di una ipotesi. Gli analisti in buona sostanza vanno in direzione opposta all’indirizzo della linea di Matteo Salvini sponsor del progetto di aggregazione a nordest. Anche se si dà per certo che la Fondazione Cr Verona sta valutando di diventare un socio rilevante del Banco, con l’apporto di 500 milioni di euro. Intanto, tra valutazioni favorevoli o contrarie o di cauta attesa, il titolo del Banco Popolare ha perso lo 0,66% a Piazza Affari .

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