I suoni dell’antichità arrivano fino a noi da un lontano passato a suggestionare il nostro presente attraverso una nuova disciplina che si sta facendo strada e che apre nuovi ambiti di ricerca: l’Archeomusicologia. “L’archeomusicologia è un campo di ricerca multidisciplinare che adotta i metodi dell’archeologia per lo studio della musica e della vita musicale nel mondo antico – ha spiegato la prof.ssa Claudia Antonetti, ordinario di storia greca a Ca’ Foscari. Sono oggetto di indagine i reperti archeologici di interesse musicale, dalle testimonianze figurative nelle ceramiche e nella coroplastica, alla scultura e agli strumenti musicali (e gli oggetti sonori) provenienti da santuari, necropoli e abitazioni, analizzati in relazione al loro contesto d’uso e di rinvenimento”. In questo contesto si colloca il Workshop di Archeomusicologia “Musica e suoni dalla Sicilia antica” , in programma lunedì 27 febbraio, nella Sala Consiglio di Palazzo Malcanton Marcorà di Cà Foscari. Il programma prevede un focus sulle recenti scoperte del parco archeologico di Selinunte e una esecuzione musicale con strumenti a fiato di Pitano Perra. L’archeomusicologia mira a collocare le performances e i suoni del passato in uno spazio, in un luogo e in un’occasione ben determinati allo scopo di interpretarne il significato culturale, religioso e sociale e di comprendere cosa la musica e il far musica significassero per le società antiche. Oltre che ad un metodo strettamente storicistico, che si propone di indagare gli eventi sonori del passato in relazione alla cultura e ai mutamenti politico sociali e di ampliare ed integrare l’apporto delle fonti scritte – storiche, letterarie ed epigrafiche –, l’archeomusicologia ricorre anche all’approccio antropologico-religioso che intende verificare l’intimo rapporto esistente fra i fenomeni musicali, i culti, le cerimonie festive e l’ideologia funeraria in stretta connessione con l’architettura e le arti visive, senza escludere il ricorso alle nuove tecnologie. Questo ambito di ricerca aiuta a comprendere uno degli aspetti più presenti nel mondo antico: attraverso l’indagine dei diversi comportamenti musicali nella vita sociale si può far luce non soltanto sulle circostanze, le funzioni, le finalità che si proponevano gli eventi sonori del passato, ma anche sulle emozioni che generavano, i giudizi che provocavano, i ricordi che evocavano. Interessanti sono i punti di contatto tra diverse discipline come archeologia, musicologia, epigrafia per un modo nuovo di fare ricerca che si arricchisce con l’interdisciplinarietà.

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