La Superstrada Pedemontana Veneta (a pedaggio) sarà ultimata, come previsto alla fine del 2020, purchè non emergano problematiche dell’ultima ora. Collegherà i territori della provincia di Vicenza con quelli di Treviso. Il quadro economico non ha subito variazioni e l’investimento totale, pari a 2 miliardi 258 milioni, è già stato speso per il 55% circa, con un ritmo di produzione lavori pari a 30 milioni di euro al mese. Tutto quanto indicato dal Protocollo Anticorruzione firmato a fine agosto dal Ministro dell’Interno, Matteo Salvini, e dal Presidente della Regione, Luca Zaia, è stato attivato. Si conferma la scelta strategica (in accordo con il Concessionario) dell’apertura progressiva al traffico per singole tratte man mano che verranno terminate e saranno funzionali. (nella foto d’arch. lavori in corso). La prima, tra Breganze e l’A31 in provincia di Vicenza, lo sarà non appena portati a termine alcuni adempimenti amministrativi e risolte non semplici questioni informatiche, legate alla connessione dei vari sistemi di pedaggiamento. Lo si è appreso a Palazzo Balbi, sede della Giunta regionale a Venezia, dove il Direttore della Struttura di Progetto Superstrada Pedemontana Veneta (SPV), ing. Elisabetta Pellegrini, ha fatto il punto sullo stato di realizzazione della grande opera infrastrutturale, durante un incontro con i giornalisti. Lo schema è stato suddiviso in 7 ambiti principali. Il primo riguarda l’avanzamento dell’investimento: l’importo totale di 2 miliardi 258 milioni è già stato speso per il 55% circa. Rimangono quindi da spendere circa 1 miliardo 250 milioni fino al 2020. Situazione espropri: a oggi, gli espropri sono stati pagati, e definiti con emissione del decreto di esproprio registrato e trascritto, per l’83%, che diventerà circa il 95% per la fine del 2018. Rimarranno quindi da concludere quei casi in cui sono ancora presenti alcuni problemi amministrativi come, ad esempio, cancellazioni di ipoteche e successioni nel frattempo divenute necessarie. Tutte le procedure espropriative saranno comunque concluse nel 2019. Cronoprogramma e rispetto dei tempi: pur essendo l’andamento dei lavori dipendente da molteplici fattori, a oggi si può presumere un cronoprogramma a finire con una spesa di lavori per circa 600 milioni nel 2019, con una produzione mensile in salita a 50 milioni di euro. L’importo rimanente sarà speso nel 2020. Varianti: la variante Vallugana che prevede la modifica della cantierizzazione per realizzare la galleria di Malo-Castelgomberto, necessaria per recuperare parte del cronoprogramma dopo il lungo stop seguito all’incidente sul lavoro verificatosi, è già stata assentita dai Ministeri competenti e potrà partire a giorni; la variante di Breganze è alla fase dell’interlocuzione con i Ministeri stessi e riguarda la modifica della viabilità complanare in aderenza al percorso della Pedemontana, come richiesto dal Comune di Breganze. Conferenze di Servizi: sono in itinere alcune conferenze di servizi finalizzate all’adeguamento alle prescrizioni dettate nei decreti di approvazione dei progetti esecutivi. In particolare, si tratta del ponte sul torrente Laverda; dello spostamento più a valle delle stazioni di servizio Piave Est e Piave Ovest sull’Autostrada A27 (che si chiameranno Sile Est e Sile Ovest); della risoluzione di alcune interferenze pluvi-irrigue e con infrastrutture come gasdotti, acquedotti, linee elettriche e telefoniche. Punti critici: il punto critico sul quale si concentra maggiormente l’attenzione è l’attacco della SPV all’Autostrada A27 a Spresiano (Treviso), da realizzare solo dopo lo spostamento delle aree di servizio Piave Est e Piave Ovest. Si tratta di un’operazione complessa le cui tempistiche si stanno definendo in collaborazione con il concessionario dell’autostrada. I costi di spostamento delle aree di servizio sono comunque a carico di APV. L’ultimo capitolo riguarda i monitoraggi: tutte le azioni di monitoraggio e controllo da parte della Struttura Regionale sono in atto, compreso quanto previsto dal Protocollo Anticorruzione Salvini-Zaia dello scorso agosto. In questo ambito sono operativi presso le Prefetture di Treviso e Vicenza due Tavoli di regìa per la valutazione delle eventuali problematiche che dovessero emergere. A oggi, su segnalazione della Prefettura di Roma, è stata allontanata una sola ditta. Relazioni trimestrali sui monitoraggi sono anche inviate ai Ministeri competenti (Infrastrutture e Ambiente) e contengono, tra l’altro, le verifiche di ottemperanza su due livelli: la verifica dei progetti esecutivi e la verifica che i lavori eseguiti corrispondano alle previsioni dei progetti esecutivi stessi. L’ing. Pellegrini ha infine fatto il punto sulla situazione di SPV rispetto all’indagine su appalti pubblici avviata a Gorizia, e sulla presunta costituzione di un “cartello” tra ditte per aggiudicarseli. Dagli atti attualmente conosciuti, SPV risulta essere indicata come “parte lesa”, e comunque, è stato precisato, la Regione e il Concessionario non hanno effettuato gare d’appalto, in quanto l’unica è stata quella per individuare il concessionario dell’intera opera il quale, come dettato dalla legge, può assegnare subappalti, ma senza gara, fino a un massimo del 30% dell’importo progettuale. Ad ogni buon conto, la Direttrice della Struttura di Progetto ha informato che è fissato un appuntamento con ufficiali e militari della Guardia di Finanza, presso gli uffici della Struttura a Venezia, per mettere a disposizione qualsiasi documentazione ritenuta utile alle indagini.

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