In Veneto la Protezione Civile regionale ha un nuovo assetto strutturale, con quattro Unità Organizzative: una dedicata alla Protezione Civile, una all’Antincendio Boschivo, una alla Formazione e una alla Polizia e Sicurezza locale. Esse saranno, sotto la supervisione della Direzione centrale, dei nuclei provinciali periferici che troveranno spazio nelle sedi regionali esistenti e seguiranno direttamente le problematiche collegate al territorio e avranno al loro interno, a breve, anche il personale attualmente dedicato alla protezione civile delle Province. E’ una delle novità annunciate dall’assessore veneto Gianpaolo Bottacin a Belluno facendo il punto sulle attività istituzionali dell’assessorato ad un anno dall’inizio della legislatura regionale, con riferimento anche alle competenze in materia di ambiente, di difesa del suolo e di specificità della provincia di Belluno. Tra le novità introdotte nella riorganizzazione della Protezione civile, un’Unità Organizzativa dedicata alla formazione dei volontari e del personale degli altri enti locali sostituirà il ruolo del Centro regionale di studio e formazione per la previsione e la prevenzione in materia di protezione civile di cui, con l’accordo unanime di tutte le Province, è stata avviata la messa in liquidazione. Si è poi appreso che la Giunta veneta ha approvato in prima lettura un disegno di legge per realizzare un sistema integrato di Protezione Civile regionale, per definire le funzioni e le competenze dei soggetti, adeguatamente organizzati, che operano nel territorio. Nell’impostazione generale vengono evidenziati due aspetti: la gestione delle emergenze, che viene organizzata sulla base di una preventiva individuazione dei possibili scenari di rischio, e il maggior rilievo dato alla prevenzione dei rischi. In tale ambito, coerentemente con la nuova idea di struttura regionale, è ricompreso anche il sistema che opera nella lotta attiva contro gli incendi boschivi, quale parte integrante del sistema di protezione civile. Tra gli aspetti innovativi, l’assessore ha ricordato anche la nuova legge sulla Commissione regionale per la Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), approvata in febbraio e unica in Europa a prevedere un parere preventivo: introduce tra l’altro un elemento importante, quello del coinvolgimento degli enti locali nel momento decisionale su questioni particolarmente delicate come le cave, le discariche, gli impianti idroelettrici. La Commissione VIA (che cambierà anche nome, diventando Comitato) continuerà ad esprimere il suo parere tecnico, ma sarà una conferenza di servizi, in cui gli enti locali avranno diritto di voto, a prendere la decisione. Per quanto riguarda la difesa del suolo, il Veneto sta proseguendo nella realizzazione dei bacini di laminazione, ma in generale per quanto riguarda gli interventi di mitigazione del rischio idraulico viene seguito un nuovo tipo approccio impostato secondo criteri scientifici legati all’indice di rischio. Negli ultimi anni sono state cantierate 741 opere idrauliche per oltre 900 milioni di euro. Infine, è stato ricordato che è stato aumentato il budget per le manutenzioni da compiere ad opera dei Geni Civili e che si è data copertura anche a numerose somme urgenze degli anni precedenti (in particolare quelle in Cadore e in Riviera del Brenta della scorsa estate), in parte intervenendo anche in sostituzione delle mancanze dello Stato. Sono stati impegnati 19,5 milioni euro per il territorio e 21 milioni per i servizi forestali.

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