“Ho presentato un emendamento alla Legge di Stabilità del 2016 perché le Prefetture restino, tutte, a presidio dei territori come antenne dello Stato in questo particolare momento in cui la loro presenza capillare è fondamentale per i cittadini in termini di sicurezza e di garanzie sociali». Lo ha dichiarato il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, confermando l’intenzione del Governo di non procedere al taglio di 23 Prefetture. ”  L’emendamento da me proposto – prosegue il titolare del Viminale – ha lo scopo di organizzare al meglio la loro presenza sul territorio, armonizzandola con le disposizioni previste dalla cosiddetta legge Madia, e ha già ricevuto il parere favorevole del Dipartimento della Funzione Pubblica e del Ministero dell’Economia e delle Finanze”. Necessaria un pò di cronaca su questo argomento. E’ dallo scorso anno che il Governo (schema Dpr della riforma Madia) aveva previsto di ridurre il numero delle prefetture. Il Piano prevedeva di arrivare a 80  delle 103 attuali. Su questo taglio c’è un decreto del presidente della Repubblica che contiene il Regolamento di riorganizzazione del ministero dell’Interno. Studi sulla spending review stimano in un milione di euro il risparmio per ogni prefettura soppressa. I tagli anche le questure ed i comandi dei vigili del fuoco delle sedi interessate. La forbice era per le  seguenti sedi: Teramo (accorpata a L’Aquila), Chieti (Pescara), Vibo Valentia (Catanzaro), Benevento (Avellino), Piacenza (Parma), Pordenone (Udine), Rieti (Viterbo), Savona (Imperia), Sondrio (Bergamo), Lecco (Como), Cremona (Mantova), Lodi (Pavia), Fermo (Ascoli Piceno), Isernia (Campobasso), Asti (Alessandria), Verbano-Cusio-Ossola (Novara), Biella (Vercelli), Oristano (nuoro), Enna (Caltanissetta), Massa-Carrara (Lucca), Prato (Pistoia), Rovigo (Padova), Belluno (Treviso). Contro il decreto sono insorti i sindacati Fp-Cgil, Cisl-Fp e Uil-Pa: è “un arretramento inaccettabile dello Stato dal territorio, che rischia di lasciare nel caos cittadini e lavoratori” (oggi come non mai in materia immigrazione e sicurezza). Secondo i tre sindacati siamo davanti ad un taglio “sbagliato e intempestivo”. “A dispetto degli annunci – è stato scritto a suo tempo in una nota congiunta dei tre sindacati – nei fatti questo governo adotta misure di vero e proprio ridimensionamento dei presidi di legalità e sicurezza sul territorio. Disinteressandosi completamente dei lavoratori delle Prefetture, dei quali nello schema di Dpr non si parla minimamente, ma soprattutto dei cittadini e delle comunità locali, che saranno lasciati più soli e risponderemo con forza: la riorganizzazione dei servizi sul territorio non si fa smantellando lo Stato e lasciando nell’incertezza il personale che serve a garantire coesione sociale, integrazione e convivenza civile”.

 

 

 

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