Il catalogo delle opere di Baldassare Galuppi si arricchisce di due nuove fonti manoscritte e di una Sonata inedita, scoperte nell’Archivio musicale della Cappella Antoniana, presso la Basilica del Santo di Padova. Era chiamato «Buranello» perché nativo dell’isola di Burano. Dalla piccola isola veneziana Baldassare Galuppi (1706-1785) si impone quale musicista di primo piano nel panorama culturale dell’ultimo periodo della Repubblica Serenissima. Lo istruisce il padre consentendogli di diventare organista; poi allievo della scuola di Antonio Lotti, aiutato dal famoso musicista Benedetto Marcello. In questo periodo si dedica all’opera buffa e collabora con Carlo Goldoni, di cui musica alcune opere. Clavicembalista in alcuni teatri d’opera, nel 1741 Galuppi si trasferisce a Londra, come compositore del Teatro Reale. All’impegno nell’opera buffa egli associa la composizione di oratorii, mottetti, musica strumentale che amplificherà la sua già nota fama, fino a essere chiamato a Mosca e San Pietroburgo da Caterina II per riorganizzare la Cappella reale. Nel 1762 lo ritroviamo maestro di cappella presso la Basilica di San Marco. Ritornato definitivamente a Venezia nel 1768, vi rimane fino alla morte. L’Archivio musicale della Cappella Antoniana, custodito all’interno della Biblioteca Antoniana del convento del Santo, scrigno ricco di preziose partiture antiche (tra cui spiccano quelle autografe di Giuseppe Tartini), grazie all’infaticabile e lungo lavoro eseguito dal professor Mattia Geretto, restituisce ora due nuove Sonate di questo importante musicista, una delle quali totalmente inedita e ignota. Il prof. Geretto ha infatti individuato, in un fascicolo manoscritto che raccoglie alcune sonate di vari autori per violino e cembalo, due opere di Galuppi, trascritte da un ignoto copista della Cappella Antoniana verso la fine del Settecento: una Sonata in Si bemolle magg. – della quale si aveva traccia in altre due fonti –, e una inedita Sonata in Re magg. mai documentata e per questo «testimone unico». Queste sonate sembrano appartenere al periodo giovanile della carriera del «Buranello». La musica da tastiera (come queste sonate) è uno dei generi che ha sempre contraddistinto la vita artistica di Galuppi e che ne ha costruito la fama. Ne esistono molte e di vari tipi, sia per la forma che per lo stile: quelle ritrovate possono essere assimilate a quelle a un tempo. L’esecuzione di questo tipo di partiture musicali è tornata in auge dal secondo dopoguerra, grazie a grandi interpreti quali Egida Sartori, Arturo Benedetti Michelangeli, Lya de Barberis e, tra gli ultimi, Andrea Bacchetti, che hanno saputo rilanciare le sonate di Galuppi al grande pubblico. Importantissimo quindi il ritrovamento scaturito dall’indagine del prof. Geretto, grazie al quale queste due partiture sono uscite dall’anonimato, testimoniando allo stesso tempo la ricchezza dell’Archivio musicale della Cappella Antoniana, tutto da riscoprire, e il genio veneziano di Baldassare Galuppi, ancora da “mappare” tra i tanti archivi che ne custodiscono la sua musica. La trascrizione della Sonata in Re magg. di Galuppi è stata pubblicata di recente dal professor Geretto sulla rivista specializzata «Fonti Musicali Italiane» (periodico della Società Italiana di Musicologia, diretto dalla prof.ssa Bianca Maria Antolini). Mattia Geretto si è laureato a Padova nel 1999 e ha conseguito nel 2004 il dottorato di ricerca in filosofia a Perugia. Già borsista DAAD (Deutscher Akademischer Austauschdienst) a Berlino e a Potsdam, ha trascorso lunghi periodi di ricerca a Londra, Parigi, Hannover e Wolfenbüttel. Specialista del pensiero filosofico di Leibniz, ha pubblicato con Rubbettino L’angelologia leibniziana (2010) e curato (con Antonio Martin) una serie di scritti sul tema della follia (Teologia della follia, Mimesis 2013). Ha curato e tradotto inoltre tutti gli scritti di Eugenio d’Ors della serie «in cinquecento parole» (Morcelliana 2012 e Mimesis 2015). Diplomato in pianoforte e corno francese al Conservatorio «C. Pollini» di Padova, svolge attività di ricerca su questioni di estetica, storia e filosofia della musica. In ambito storico si è occupato specialmente della tradizione madrigalistica italiana e di musica contemporanea. In ambito estetico-musicale lavora da anni, in particolare, alle problematiche legate alle possibilità e ai limiti del discorso musicale quando si parla dell’«esprimere» o del «rappresentare in musica».

Per informazioni: Biblioteca Antoniana, tel. 049.87514

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