Dopo la sentenza di marzo della Corte Costituzionale, con la quale si dichiara definitivamente che l’Iva sulla Tia non è dovuta, Adico -informa una nota dell’ass.difesa consumatori – ha predisposto il modulo per mettere in mora Veritas e richiedere gli arretrati degli ultimi dieci anni (cifre che solitamente variano fra i 70 e 100 euro ma a volte possono essere superiori). Il modulo, preparato dall’ufficio legale, verrà messo a disposizione di tutti i soci gratuitamente. Un servizio che dà seguito ad anni di battaglie nelle quali portate avanti dalla nostra associazione per far valere un concetto che finalmente è stato riconosciuto in modo definitivo. E’ stato lo stesso amministratore delegato della Veritas, Andrea Razzini, a suggerire di inviare la richiesta di rimborso all’azienda, per rendere più efficaci le pressioni che la stessa azienda starebbe facendo nei confronti dell’Agenzia delle Entrate e del Ministero dell’Economia affinchè emani un provvedimento con il quale si sblocchino i rimborsi. Con la sentenza della Corte Costituzionale di marzo, il pagamento dell’Iva sulla Tia è stato dichiarato definitivamente illegittimo. Ciò significa che il Ministero delle Finanze, tramite l’Agenzia delle Entrate, dovrebbe rimborsare dieci anni di arretrati (19 milioni di euro) a circa 150 mila utenze veneziane. L’amministratore delegato di Veritas, Andrea Razzini, sottolinea, come già fatto più volte, che i soldi non devono essere restituiti da loro ma dallo Stato. Razzini spiega che Veritas sta facendo pressing perchè il Ministero sblocchi i rimborsi. Allo stato attuale non è stato deciso nulla. Manca un provvedimento governativo (come per il cambio lire-euro). Lo stesso amministratore delegato di Veritas invita le famiglie a inviare le domande di rimborso perchè può essere che a un certo punto si dica che verranno rimborsati solo gli utenti che ne abbiano fatto domanda.

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