La collezione Guggenheim di Venezia invita studiosi e amanti dell’arte contemporanea a scrivere nella propria agenda alcuni eventi culturali in programma nel 2018.
Marino Marini. Passioni visive, 27 gennaio – 1 maggio 2018.
A cura di Barbara Cinelli e Flavio Fergonzi.Nel 1948 Peggy Guggenheim acquista il gesso dell’Angelo della citta di Marino Marini, e l’anno successivo Marino lo trasforma in bronzo, in tempo perché venisse esposto nella Mostra di scultura contemporanea, curata e organizzata dalla stessa Peggy nel giardino di Palazzo Venier dei Leoni. Oggi l’opera si trova esposta dove la volle la collezionista, tra i cancelli sul Canal Grande. Il museo omaggia l’artista pi-stoiese con Marino Marini. Passioni visive, mostra che intende contestualizzare la sua opera in un panorama storicoartistico ampio e stabilire così un dialogo ravvicinato e innovativo tra il suo lavoro e la tradizione scultorea a cui si ispira.

Josef Albers in Mexico, 19 maggio – 3 settembre, 2018. A cura di Lauren Hinkson.Saranno esposte per la prima volta al pubblico fotografie e foto-collage, insieme a una significativo nucleo di dipinti, di Josef Albers appartenenti al Museo Solomon R. Guggenheim di New York insieme a un gruppo selezionato di foto-collage sul Messico e dipinti concessi dalla Fondazione Anni e Josef Albers, raramente esposti. La mostra permetterà di analizzare la significativa influenza che i siti archeologici e i monumenti del Messico esercitarono sull’artista tedesco.

1948: la Biennale di Peggy Guggenheim
25 maggio – 25 novembre, 2018. A cura di Gražina Subelytė
Projects Rooms.Il 2018 segna il 70° anniversario dell’esposizione della collezione di Peggy Guggenheim all’interno delle sale del Padiglione Greco alla XXIV Biennale di Venezia. La prima volta in assoluto che la collezione della mecenate veniva esposta in Europa. Nelle Project Rooms del museo viene ricreato l’ambiente del Padiglione, allestito in quell’occasione dal celebre architetto veneziano Carlo Scarpa.

Osvaldo Licini 1894 – 1958, 22 settembre 2018 – 14 gennaio 2019.
A cura di Luca Massimo Barbero.Era il 1958 quando Osvaldo Licini, sotto l’egida del critico d’arte amico di Peggy Guggenheim Giu-seppe Marchiori, vinse il gran premio internazionale per la pittura alla XXIX Biennale di Venezia. A 60 anni dal quel fatidico anno, che segnò anche la scomparsa dell’artista marchigiano, il museo gli dedica una retrospettiva, portando in scena, con oltre 80 opere, quella pittura che per Licini era l’arte dei colori e dei segni, dove questi ultimi esprimevano forza, volontà e magia.

 

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