Il Festival Internazionale di Musica Contemporanea della Biennale di Venezia ha compiuto 60 anni e il Festival cominciato il 7 si conclude il 16 ottobre. E’ una un’occasione di festa per questa mostra, ha ricordato il direttore di settore Ivan Fedele, che è sempre stata protagonista della scena internazionale fin dalla nascita, proponendo artisti e opere che hanno segnato il cammino della contemporaneità con tutti i crismi dell’eccellenza. Per l’occasione la Biennale ha commissionato numerose nuove composizioni ad autori italiani e stranieri di tutte le generazioni e presenterà un cartellone ricco di prime italiane (27) e di prime esecuzioni assolute (46). Tra queste ultime spiccano quelle della Biennale a Salvatore Sciarrino, Kaja Saariaho, Pascal Dusapin e Toshio Hosokawa, tra gli altri. Tanti sono gli ensemble di alto profilo della prossima edizione, tra i quali la London Sinfonietta – a cui saranno affidate le musiche di Salvatore Sciarrino, Leone d’oro alla carriera 2016, tra le quali Immagina il deserto in prima mondiale, commissionata da Biennale Musica – e l’Ensemble Modern, per un omaggio a Pierre Boulez con Derive II, opera emblematica del grande compositore recentemente scomparso. Sul palcoscenico della Biennale anche altre formazioni di prestigio come l’Ensemble Geometrie Variabili dell’OSN della Rai il cui programma prevede, accanto alle musiche dei giovani Cosmi e Filidei, un omaggio a György Kurtág e Betsy Jolas per i loro novant’anni, nonché una prima assoluta di Luigi Abbate. Gli autori italiani delle nuove generazioni e i nostri grandi maestri (Corghi, Manzoni, Bussotti, Vacchi e Ambrosini) sono alla ribalta nei concerti degli ensemble Sentieri Selvaggi, Fontanamix, Repertorio 0 e dell’Orchestra di Padova e del Veneto che si cimenteranno in programmi densi di nuova musica. Particolarmente attese sono, infatti, le prime di Panni, Mosca, dall’Ongaro, Antonioni, Del Corno, Montalbetti, Montalti, Sannicandro, Colombo Taccani, Aralla, Venturini, Cappelli e Sarto. Ivan Fedele ha poi ricordato il grande interesse e curiosità suscitato dal progetto del Divertimento Ensemble che si articola in tre opere di altrettanti giovani compositori iraniani, Alireza Farhang, Karen Keyhani e Mehdi Khayami i quali si avvalgono di solisti di strumenti tipici della musica persiana. Linguaggi molto personali meticciano la tradizione occidentale con quella mediorientale in una sintesi suggestiva. Altrettanto stimolanti i programmi di due tra i più famosi ensemble della contemporaneità: Les Percussions de Strasbourg e Bang On A Can-All Stars di New York. I primi proporranno un originale cine-concerto con cortometraggi d’autore del periodo muto contrappuntati dalle musiche di autori del calibro di Javier Elipe Gimeno, Cage, Grisey e De Mey. I secondi si produrranno in Field Recordings, un brillante progetto caleidoscopico al quale partecipano compositori americani tra i più noti come Reich, Lang, Reynolds, Gordon e Wolfe accanto ad altri forse un po’ meno conosciuti in Europa come Clyne, Jóhannsson, Ghys, Marclay e Tyondai Braxton che desideriamo proporre in prima italiana. E alla musica americana è dedicato anche il recital di Emanuele Arciuli – America, the New Generations – nel quale scopriremo l’eclettismo brillante di giovani compositori come Muhly, Huang Ruo, Greenstein, Missy Mazzoli accanto ai più maturi Ziporyn e Bermel. Per la prima volta alla Biennale Musica l’Ensemble U, ensemble estone di straordinaria qualità, dal quale ascolteremo musiche in prima italiana di compositori di quel Paese come le grandi Helena Tulve e Tatjana Kozlova-Johannes, Märt-Matis Lill, Jüri Reinvere nonché una prima assoluta del nostro Fausto Sebastiani accanto ai Ricercari di Vittorio Zago, un altro nostro compositore di valore.
Altra formazione di grande rilievo presente nella prossima edizione del Festival è l’Ensemble Orchestral Contemporain di Lione, diretto magistralmente da Daniel Kawka, che proporrà un Portrait Gerard Grisey col quale intendiamo rendere omaggio ad uno dei più grandi compositori del XX secolo, scomparso prematuramente, con tre dei suoi massimi capolavori: Talea, Périodes e Vortex Temporum I, II, III. Queste musiche visionarie e al tempo stesso così sensuali saranno interpretate dal video-artista australiano Andrew Quinn attraverso immagini in tempo reale prodotte in sound-reactive su un video-mapping che inonderà di forme e colori la suggestiva architettura del Teatro alle Tese, in un mix di antico e moderno che ben si adatta alla concezione estetica del grande maestro francese che coniuga magistralmente gli archetipi musicali con le acquisizioni più rivoluzionarie della ricerca sul suono. Tra gli eventi di rilievo della 60/ma Edizione del Festival il concerto dell’ensemble Accroche Note con un programma tutto prime assolute. Le musiche di Robin, Lanza, Mâche, Schoeller e del già citato Dusapin compilano un palinsesto di straordinaria ricchezza e varietà di stili e personalità, affidato ad un ensemble da camera da sempre paladino della nuova musica e che ha tenuto a battesimo centinaia di nuovi pezzi di compositori provenienti da tutto il mondo. Il direttore Ivan Fedele ha poi segnalato il Quatuor Diotima, che compie nel 2016 ben venti anni di carriera. Una carriera costellata di successi costruiti con bravura ed intelligenza soprattutto attraverso la capacità di mettere in relazione il repertorio classico con le nuove opere della contemporaneità, svelandone i legami, le filiazioni e le più profonde relazioni con un’intelligenza interpretativa rara. A loro è affidato il celeberrimo, e pietra miliare della nuova musica, Fragmente-Stille, an Diotima di Luigi Nono nonché la prima mondiale di un’opera per quartetto d’archi e clarinetto (solista Kari Kriikku) commissionata dalla Biennale di Venezia a Kaija Saarihao. Completerà il programma Clamour di Stefano Gervasoni.
Particolare è, poi, la formula del recital del giovane e talentuoso violoncellista argentino Fernando Caida Greco. Infatti, gli 11 Capricci per violoncello diJoseph Marie Clément dall’Abaco (1710-1805) saranno eseguiti alternandoli a brevi composizioni contemporanee – a mo’ di commentario, anticipazione o transizione al testo originale – commissionate a sei autori italiani: Sonia Bo, Alessandra Ravera, Paolo Rosato, Alessandra Bellino e Andrea Manzoli. Un progetto intrigante che vuol leggere nelle pieghe della storia, e mettere in evidenza attraverso qualificate voci d’oggi, le venature di archetipi d’invenzione trasversali a tutte le epoche della cultura musicale occidentale. Un progetto speciale lo ha definito così il direttore Ivan Fedele la prima mondiale di Symphony Device – teatro sonoro per dispositivi, coproduzione della Biennale di Venezia e di Tempo Reale.
Rifacendosi alle riflessioni sul concetto di “dispositivo” da Foucault fino ai filosofi più recenti Deleuze e Agamben, la drammaturgia di Francesco Canavese, Francesco Casciaro, Francesco Giomi e Damiano Meacci ci propone una chiave di lettura “creativa” dagli esiti sorprendenti. Fedele ha poi ricordato il Progetto centrale e caratterizzante anche della prossima edizione del Festival di Musica Contemporanea sarà il progetto Biennale College – Musica 2016 rivolto ai giovani al di sotto dei 35 anni, il quale prevede la realizzazione di 4 atti unici di teatro musicale da camera che saranno proposti all’ascolto in due distinte serate. I progetti, presentati in team (compositore, librettista, sceneggiatore e regista) sono stati selezionati in seguito ad una call internazionale lanciata alla fine dell’anno scorso. I team hanno già cominciato a lavorare intensamente coi loro tutor che, per l’occasione, sono: Salvatore Sciarrino e Luca Mosca per la composizione, Franco Ripa di Meana e Nicholas Hunt per la regia e mise en scène, Giuliano Corti e Sergio Casesi per il libretto. I cantanti saranno selezionati tra le giovani leve di Conservatori e Accademie Musicali, mentre gli strumentisti saranno quelli già selezionati per Souvenirs à la mémoire di G. Sinopoli, progetto College del 2015 particolarmente riuscito ed apprezzato.
Lo scopo del College è, come sempre, quello di “accompagnare”, attraverso incontri periodici a Venezia, giovani artisti provenienti da tutto il mondo, in un’esperienza creativa di ricerca in cui l’istituzione s’impegna ad offrire loro le condizioni migliori per approfondire le proprie competenze in uno scambio serrato di opinioni ed esperienze al fianco di “tutor” scelti tra personalità di riferimento di ciascun settore. Sempre nell’ambito di un’atmosfera di festa, proporremo al nostro pubblico alcuni appuntamenti in tarda serata con artisti di altri generi musicali quali il jazz, la musica elettronica e d’improvvisazione. Saranno, queste, occasioni in cui pubblici di diversa provenienza e interessi avranno occasione di incontrarsi. Obiettivo della Biennale vuole essere anche quello di promuovere incontri, sconfinamenti e, perché no, meticciamenti tra generi e pratiche distinte seppur limitrofe. Nel 23 OFF #1 del 7 ottobre avremo la performance multimediale The Wall di Ryo Murakami, straordinario talento giapponese Leone d’argento 2016, con le immagini live di Tatsuya Fujimoto. Per la prima volta in Italia ascolteremo, nel 23 OFF #4, il gruppo d’improvvisazione KL4NG che proporrà una session dedicata al nostro 60. anniversario, intitolata, immancabilmente, Venezia. Fanno parte del gruppo Françoise Kubler e Armand Angster, poliedrici musicisti già fondatori dell’ensemble Accroche Note. Last but not least, il 23 OFF #5 accoglie, dopo il debutto alla Mostra del Cinema del 2014 con le musiche dal vivo a commento del film muto Maciste Alpino di Borgnetto e Maggi, Raffaele Casarano, uno dei più talentuosi artisti del jazz italiano. Col suo Locomotive,di cui fanno parte l’eccellente William Greco al pianoforte, l’estroso Marco Bardoscia al contrabbasso e Guglielmo Dimidri sound engineer, ci proporrà Venitian Ballads, anche questa una commissione della Biennale di Venezia. Sia all’inizio del Festival che nei giorni che si avviano alla chiusura il direttore Ivan Fedele ha formulato gli auguri di buon compleanno a tutti gli artisti e al pubblico.

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