Il primo albergo di Jesolo è stato scoperto dagli archeologi dell’Università Ca’ Foscari Venezia. Il complesso, sorto nel IV-V secolo d.C., si trovava su un isolotto nei pressi dell’antico estuario della Piave Vecchia, nell’odierna località ‘Le Mure’. Gli archeologi dell’ateneo veneziano e l’amministrazione comunale di Jesolo (che ha creduto fin dagli inizi in questa ricerca e lasupporta) sono ottimisti sui risultati delle ricerche future, che dovrebbero consentire di porre in luce una delle strutture ricettive del Mondo Antico, meglio conservate in Italia. Michele Bugliesi, rettore dell’Università Ca’ Foscari Venezia ha sostenuto che: “l’archeologia è uno dei settori di punta delle nostre attività di ricerca e questa nuova scoperta di Ca’ Foscari è un risultato notevole in un settore che vede impegnati i nostri archeologi in numerosi scavi in Italia e all’estero. Ci fa molto piacere presentare gli ultimi rinvenimenti che aggiungono una nuova pagina alla storia del nostro territorio. Ringrazio l’amministrazione comunale per il prezioso supporto e il professor Gelichi e tutto il suo team per il successo conseguito”. Dopo due anni di ricognizioni, scavi e ricerche, Sauro Gelichi, direttore del progetto archeologico di Ca’ Foscari nell’area e professore di Archeologia medievale al Dipartimento di Studi Umanistici, presenta la scoperta: “Si tratta di un posto di stazionamento (mansio), forse anche per funzionari imperiali, che si trovava lungo una rotta endo-lagunare. La presenza di questo percorso, alternativo, o meglio integrativo, di quello terrestre, era stata ipotizzata, ma oggi ne abbiamo la prova archeologica”. Ne parla in un servizio sul magazine di Cà Foscari, Enrico Costa. Della mansio finora è stata esplorata un’ampia porzione dell’edificio che serviva per l’ospitalità, caratterizzato da una serie di ambienti tutti uguali, affiancati l’un l’altro, e suddivisi in stanze che dovevano accogliere giacigli e cucine (ognuno di questi ambienti era provvisto di un focolare in mattoni). A questa struttura “alberghiera” si affiancavano edifici con officine per le attività artigianali e probabilmente una piccola cappella per le funzioni religiose. Ma il complesso doveva essere più ampio. Distante dai luoghi di posta presenti lungo la viabilità principale, la via Annia, il nucleo insediativo tardoantico e altomedievale sull’insula Equilus era un luogo che accoglieva chi si spostava via acqua, nella rete dei canali lagunari, e lungo la viabilità endolagunare che collegava Ravenna, Altino e Aquileia. Dichiarazioni molto calorose degli ass.comunali alla cultura e al turismo: si tratta di una scoperta unica nel suo genere; sapere che qui a Jesolo, oltre 1700 anni fa, sorgeva una struttura antesignano degli alberghi ci trasmette emozione. Sarà una nuova opportunità di Jesolo di farci conoscere agli ospiti anche al di fuori della stagione estiva. La campagna 2017 ha ampliato la mappatura delle evidenze archeologiche attraverso l’esecuzione di indagini non invasive, integrandole con ricerche di carattere geoarcheologico e paleoambientale. Attraverso l’esecuzione di carotaggi manuali e la costruzione di profili stratigrafici, è stato possibile, è detto nel servizio di Costa, non solo individuare la profondità e la consistenza dei depositi archeologici, ma anche prelevare campioni per datare la successione dei canali lagunari che intervallavano le terre emerse. Oggi, infatti, l’intera area del sito è occupata da distese di campi coltivati, frutto delle bonifiche di età moderna, che hanno omologato il paesaggio, nascondendo le tracce della laguna antica.

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