cani cip vera Verona veriifica cani con microchip a Verona

E’ in corso di applicazione a Verona il progetto pilota ‘Cane sicuro’: altro non è che la verifica del microchip sui cani a passeggio(foto). Come è stato segnalato questi controlli sono i primi in Italia. Nel Comune di Verona, i cani che risultano iscritti all’anagrafe sono 28.125, mentre in Veneto, come dai dati dell’Istat, ne sono censiti oltre un milione e 213 mila. Il Veneto con 1.200.000 animali chippati risulta la seconda regione in Italia; la prima è la Lombardia. L’iniziativa di verificare che i cani hanno i microichip è stata assunta da Comune, Polizia locale e veterinari del canile sanitario dopo che questi ultimi hanno segnalato il girovagare per le vie di Verona di molti cani senza microchip. Esso è un semplice transponder, una capsula di vetro biocompatibile, del tutto inerte, delle dimensioni di 11×2 millimetri che non provoca reazioni di rigetto e non permette la penetrazione interna di liquidi organici. Non emette nessuna onda, ha all’interno un chip “leggibile” solo da veterinari abilitati, canili e Asl che hanno i dotazione un apposito lettore di microchip per cane. Con questo sistema si conosce chi è il cane, attraverso un codice univoco di 15 cifre: le prime tre riguardano la casa produttrice, le successive dodici identificano univocamente il singolo animale e permette di risalire al nome e alla residenza del proprietario che è sempre il responsabile del comportamento dell’animale in pubblico e deve adottare ogni prevenzione con museruola, guinzaglio e raccogliere gli escrementi. La Cassazione ha dettato un vademecum del buon padrone a passeggio con il cane. Quando si è per strada, ha fatto presente la Suprema Corte, è bene tenere il proprio animale al guinzaglio o comunque «intervenire con atteggiamenti tali da farlo desistere quantomeno nell’ immediato» dal fare i bisognini sui muri di affaccio degli stabili o sui mezzi parcheggiati. Nell’impossibilità di vietare al cane di fare pipì è bene portarsi dietro una bottiglietta d’acqua per ripulire, trattandosi di un istinto dell’animale non altrimenti orientabile e non sopprimibile. Sempre secondo la Cassazione, “non sempre le autorità locali sono in grado di predisporre luoghi appositi dove gli animali possano espletare bisogni e comunque non piò essere escluso che gli stessi decidano di espletare tali bisogni altrove o prima del raggiungimento dei luoghi deputati”. Ecco allora che deve prevalere il «senso civico» del padrone del cane: “l’unica limitata sfera di azione che compete a chi è chiamato a condurre sulla pubblica via gli animali è quella di ridurre il più possibile il rischio che questi possano lordare i beni di proprietà di terzi quali i muri di affaccio degli stabili o le auto parcheggiate o altri beni di privati.

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