L’istituto di scienze marine del Cnr, in collaborazione con il Corila,  ospita all’Arsenale di Venezia, presso la propria sede, il team di subCULTron, per testare il più numeroso e folto gruppo di robot subacquei. Cnr e Corila hanno messo a disposizione di alcuni di scienziati internazionali le conoscenze di un luogo complesso come il mare e la Laguna di Venezia: la presa d’atto dell’ambiente lagunare è servita a mettere a punto lo sciame dei robot subacquei, composto da tre famiglie/tipologie/varietà (aMussels, aFish, aPads) ognuna ispirata ad una specie naturale e con delle specifiche capacità operative. Il team di scienziati specialisti di varie discipline rappresenta 6 Paesi: Italia, Austria, Francia, Germania, Belgio, Ungheria e lavora a questo progetto dal 2015. Il Coordinatore del progetto è il prof. Thomas Schmickl dell’Università austriaca di Graz. La partnership italiana è composta da Ismar Cnr, Corila e Scuola Superiore Sant’Anna. Come mai è stata scelta la laguna di Venezia? Secondo gli esperti della materia Venezia è stata valutata come miglior sito per i test dei robot, per la complessità e variabilità dell’ambiente subacqueo lagunare e delle dinamiche che vi si possono osservare. L’impiego del complesso dei robots di subCULTron, come è scritto in un servizio, con foto, sul giornale La Nuova Venezia (gruppo Finegil), permette di indagare l’ambiente marino con metodi innovativi. I robot facenti parte del progetto diventano una applicazione subacquea innovativa dell’intelligenza artificiale individuale e collettiva che porta ogni singolo robot ad agire come un banco di pesci in natura e quindi a muoversi in modo autonomo, in grado recepire i cambiamenti dell’ambiente locale. Il subCULTron è finanziato dal bando Future and Emerging Technologies Fet di Horizon2020 dell’Unione Europea.