Venezia ricorda il suo glorioso passato con una delle manifestazioni più attese dell’anno: la Regata Storica. Quest’anno si svolge domenica 6 settembre in un tripudio di imbarcazioni storiche, colori, drappi, figuranti in costume e i migliori vogatori della laguna, pronti a sfidarsi nelle gare di Voga alla Veneta. E’ una grande gara di imbarcazioni veneziane lungo il Canal Grande. La tradizionale Regata è ″storica″ per avere antiche origini. Fin dal 1315 un decreto del Senato della Serenissima la promosse per addestrare i giovani nell’arte del remare allo scopo di arricchire la flota di abili vogatori. Poi le regate acquisirono importanza sempre maggiore e diventarono spettacoli di natura ufficiale, tenuti in onore dei sovrani stranieri che il Doge ospitava. La Regata Storica sopravvisse nei secoli come ricorrenza nel calendario della città, dove la vita sull’acqua e l’arte del remare sono sempre stati realtà, storia e simbolo. L’etimologia della parola regata è incerta, ma è probabile derivi dal termine aurigare (gareggiare), usato e attestato nel secolo XVI come sinonimo di gara. Da Venezia il termine passò nelle principali lingue europee indicando sempre una competizione agonistica su barche.
Oggi le competizioni sono suddivise per categorie di età e per tipologia di imbarcazione: maciarele e schie per ragazzi, pupparini a due remi per i giovanissimi, mascarete a due remi per le donne, caorline a sei remi, la Sfida Remiera Internazionale delle Università su galeoni a 8 remi e gondolini a due remi. La più famosa ed entusiasmante è quest’ultima, quella dei campioni su gondolini. Dalle acque antistanti i Giardini di Castello partono queste gondole a due remi; percorrono il Bacino di San Marco ed il Canal Grande sino a Santa Chiara dove girano attorno alla boa per ripercorrere il tragitto dell’andata fino al traguardo, segnato dal palco galleggiante detto “la macchina” a San Tomà, tra Palazzo Balbi e Ca’ Foscari. Questa regata di piccole barche colorate è sempre stato un momento molto seguito e sentito, con un tifo partigiano chiassoso e appassionato. Tutta la gente guarda la regata stando su numerose imbarcazioni, dai pontili, sulle fondamenta, alle finestre dei palazzi.Nel tempo si addobbarono le barche per renderle più spettacolari: ecco le bissone passare in corteo prima dell’inizio della competizione, un centinaio di imbarcazioni tipiche cinquecentesche con in testa il Bucintoro, sfileranno multicolori e con gondolieri in costume, trasportando il Doge, la Dogaressa e tutte le più alte cariche della Magistratura veneziana, dame, armigeri, ancelle, scudieri, musici,in una fedele rievocazione del passato glorioso di una delle Repubbliche Marinare più potenti e influenti del Mediterraneo. Questo momento vuole rievocare il magnifico corteo di benvenuto che fu organizzato nel 1489 dalla Serenissima alla regina Caterina Cornaro, sposa del Re di Cipro, che rinunciò al trono in favore di Venezia. Caduta la Repubblica, le regate non cessarono. La regata moderna nacque nel 1841, da quando le spese furono di spettanza non più di privati ma del pubblico. In quell’anno il Municipio di Venezia chiese alle autorità austriache di indire annualmente una “corsa di barchette lungo il Canal Grande a cura del Comune per incoraggiare i gondolieri a mantenere in onore la decantata loro destrezza”. Dal 1899, in occasione della Biennale Internazionale d’Arte, su proposta del Sindaco di Venezia, conte Filippo Grimani, la regata assunse il nome di “storica”. Ai vincitori spetta la gloria e la fama (limitata e locale per la verità) e premi in denaro, oltre alle ambite bandiere: di colore blu per il 4° classificato (sulla quale compariva una volta il maialino ad indicare una scarsa velocità), verde per i terzi classificati, bianca al secondo (anticamente di colore celeste) e rossa per i vincitori. Tra le tante imbarcazioni che sfileranno, oltre a bissone, gondolini, gondole e caorline ci saranno la disdotona e la dodesona”, imbarcazioni sportive vogate alla veneta rispettivamente da 18 e da 12 rematori. Nella foto l’ed. 2016. (odm)

Lascia un commento