Una elaborazione è stata realizzata dalla CGIA (ass.artigiani e piccoe imprese) di Mestre sul mondo della previdenza complementare. Risultato: solo un lavoratore italiano su 4 è iscritto ad un fondo pensione. Dei 21,5 milioni di lavoratori autonomi e lavoratori dipendenti presenti in Italia (questo dato non include i lavoratori del pubblico impiego), solo poco più di 5 milioni (precisamente 5.055.228, pari al 23,4% del totale) hanno aderito ad una forma pensionistica complementare. Gli altri 16,5 milioni di occupati (pari al 76,6% del totale) non lo hanno ancora fatto. Il fondo pensione è una realtà nata da pochi anni per integrare il sistema pensionistico obbligatorio che, a quanto pare, non ha ancora riscosso molto successo tra i lavoratori italiani. Questi ultimi, infatti, sembrano essere più propensi a mantenere il loro Tfr (Trattamento di fine rapporto) accantonato in azienda, anziché investirlo in un fondo pensione. Una decisione che sembra avergli dato ragione, visto quanto è successo in questi ultimi due anni di grave crisi che ha colpito i mercati finanziari di tutto il mondo: “Quei lavoratori dipendenti che hanno lasciato il Tfr in azienda – esordisce Giuseppe Bortolussi curatore dell’elaborazione – hanno ottenuto un rendimento del +4,7%. Coloro che si sono iscritti a un fondo negoziale hanno ottenuto, invece, solo il +1,7%. Molto peggio è andata a chi ha investito il proprio Tfr nei fondi pensione aperti; il tasso è stato addirittura negativo. Certo, dare un giudizio di merito su questi dati è troppo prematuro – prosegue Bortolussi – una valutazione più puntuale potrà essere fatta quando si ragionerà su risultati riferiti a periodi di tempo medio lunghi”. Se, invece, si analizza l’andamento delle iscrizioni ai fondi ed ai Pip (Piani Individuali Pensionistici), si denota che il boom è avvenuto nel 2007. Infatti, l’allora Governo Prodi stabilì per legge che entro il 30 giugno 2007, i lavoratori assunti prima del 30 dicembre 2006 dovevano decidere se lasciare il Tfr in azienda o devolverlo ad un fondo pensione. Tra il 2006 e il 2007 si registrò una crescita del +43,2%, aumento che si stabilizzò sul +6,4%, tra il 2008 e il 2007 e scese al +4,2%, tra il 2009 e il 2008. Infine, i fondi pensione più richiesti dai lavoratori italiani sono quelli negoziali (sono fondi istituiti sulla base di accordi tra le organizzazioni sindacali e quelli datoriali di settori specifici): poco più di 2 milioni di lavoratori (precisamente 2.040.150, pari al 40,3%) hanno fatto questa scelta. Seguono i nuovi Pip (l’adesione a questi fondi è individuale) con 893.547 adesioni (pari al 17,7% del totale) e i Fondi pensione aperti (riguardano la contrattazione collettiva ma sono creati e gestiti da banche assicurazioni, Sim, etc.) con un numero di iscritti pari a 820.385 (pari al 16,2% del totale). A seguire troviamo i Fondi pensione preesistenti e i vecchi Pip.

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