Lavori per il MO.S.E. Bocca di Malamocco, area di fabbricazione dei cassoni con il Syncrolift, foto aerea, laguna di Venezia 11-03-2014

E’ nel 2019 che il Mose sarà completato. Intanto, sono state calate definitivamente le 19 paratoie mobili del sistema Mose sulla bocca di Porto di Malamocco, una delle quattro ‘barriere’ del sistema di difesa dalle acque alte per Venezia. Si tratta della seconda delle 4 barriere conclusa dai tecnici del Consorzio Venezia Nuova (CVN). Le prime 21 paratoie hanno interessato la parte nord della bocca del Lido. Per terminare la chiusura delle entrate del mare in laguna mancano la bocca di porto di Chioggia e la parte nord di quella del Lido. A Malamocco le paratie sono lunghe 29,5 metri, larghe 20 metri e alte 4,5 metri; sono le piu’ grandi di tutto l’impianto di dighe. A Malamocco, spiegano al CVN, c’è la bocca di porto più profonda della laguna con i suoi meno 14 metri. Qui transitano le navi dirette al porto commerciale e industriale di Porto Marghera. Sull’isola di Pellestrina, è stata realizzata una conca di navigazione Malamocco per consentire il passaggio delle grandi navi durante l’operatività delle paratoie. La conca è predisposta per accogliere sia le grandi navi che i rimorchiatori di appoggio e consente il transito a imbarcazioni con lunghezza fino a 280 metri, larghezza massima di 39 metri e pescaggio fino a 12 metri. All’esterno della bocca è stata completata una la scogliera curvilinea che si sviluppa per 1280 metri e serve sia per smorzare la vivacità delle correnti di marea sia per creare un bacino di acque calme per facilitare la manovra di entrata nella conca di navigazione. Tutti gli interventi sono stati preceduti da un’importante lavoro di consolidamento del fondale della bocca di porto, tramite l’infissione di pali di acciaio, per evitare cedimenti differenziali della barriera. Il canale di Malamocco è largo 380 metri e profondo 14 metri. Il progetto prevede per questa barriera 19 paratoie, ciascuna delle quali è lunga 29,5 metri e larga 20 metri per uno spessore di 4,5 metri. Le paratoie sono incernierate ai 7 cassoni di alloggiamento, le strutture in calcestruzzo installate all’interno del fondale. In questo caso sono stati costruiti 5 cassoni da 3 paratoie ciascuno e 2 cassoni più piccoli da 2 paratoie. I due cassoni di spalla ai lati del canale permettono l’accesso alle gallerie all’interno dei cassoni di alloggiamento. In una nota tecnica del CVN è detto, tra l’altro, che in questo cantiere sono stati realizzati i cassoni della barriera di Malamocco e quelli della barriera di Lido San Nicolò, per un totale di 14 cassoni di alloggiamento e 4 di spalla. L’area di cantiere è stata allestita su un vasto terrapieno provvisorio realizzato e attrezzato sulla sponda sud del canale di Malamocco. Di fatto è una grande penisola artificiale, che dall’ultimo tratta di spiaggia di Pellestrina avanza in mare per quasi 450 metri per terminare con il Syncrolift, la speciale piattaforma di varo. Sopra il terrapieno sono stati costruiti i 18 cassoni, destinati a “scomparire” completamente nel fondale dei canali di bocca. Per esigenze costruttive e di installazione, i cassoni sono stati costruiti sopra centinaia di pilastri di cemento, disposti in file parallele perfettamente allineate fra loro, che li tenevano sollevati a oltre 2 metri di altezza. Questo per consentire il sollevamento e lo spostamento di ciascun cassone: è stato infatti predisposto un sistema speciale di rotaie e carrelli oleodinamici di acciaio, messo a punto dalla ditta norvegese TTS Handling Systems: Dato il peso e le dimensioni dei cassoni, che vanno dalle 16.000 alle 22.500 tonnellate, sono stati predisposti 84 grandi carrelli suddivisi su 6 file di rotaie, secondo uno schema preciso che stabilisce l’esatta posizione di ciascuno, in base all’andamento delle principali parti strutturali del cassone. Rotaie e carrelli vengono infilati sotto ciascun cassone, nello spazio fra i pilastri; così, scorrendo sui carrelli spinti da delle motrici, ciascun cassone è stato trasportato fino al centro del syncrolift. Abbassando l’enorme piattaforma in mare, alla velocità di 10 centimetri al minuto, ciascun cassone è stato calato in acqua; una volta in galleggiamento, il cassone viene bloccato al pontone utilizzato per l’installazione, con un sistema di cavi e verricelli, viene zavorrato per il successivo affondamento nello scavo del canale di bocca.

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