In Siria cinque anni orsono è iniziata la guerra civile nata nel contesto della Primavera Araba e il Paese è ancora stravolto da un sanguinoso conflitto armato tra oppositori e sostenitori del regime di Assad, con entrambi i fronti ulteriormente frammentati al loro interno su una serie di posizioni inconciliabili. Una situazione apparentemente senza via d’uscita, che però nell’ultimo anno ha fatto registrare alcuni segnali di svolta, secondo il professor Fred H. Lawson, Lynn T. White, Jr. Professor al Mills College di Oakland, nonché ex presidente della Syrian Studies Association.L’appuntamento è per il 4 ottobre alle 16 in Aula Baratto. A introdurre il prof. Lawson e a moderare l’incontro ci sarà Matteo Legrenzi, professore di Relazioni Internazionali a Ca’ Foscari. Il docente – uno dei maggiori esperti mondiali delle relazioni internazionali siriane – a Ca’ Foscari martedì 4 ottobre per la Opening Lecture del PISE, la Laurea triennale interamente in inglese in Filosofia, Studi internazionali e Economici, che quest’anno ha ricevuto un numero record di domande di ammissione. Nel suo intervento, intitolato “Syrian Conflict: the Beginning of the End?”, il prof. Lawson parlerà dei nuovi fattori che stanno influenzando gli equilibri delle forze in gioco, come ha anticipato all’ateneo con questo flash, via e-mail. I combattimenti in Siria sono cambiati notevolmente nel corso dell’ultimo anno. L’elemento più ovvio è l’impatto dell’intervento militare russo, che ha ridato speranza e potenza di fuoco alle forze pro-regime nelle province del nord. Ugualmente evidente è il successo sul campo di battaglia delle forze curde, che hanno allontanato i militanti Islamisti da numerose città-chiave lungo il confine con la Turchia. Due fattori che spesso vengono tralasciati sono che il popolo siriano è sempre più stanco della guerra – un fattore che sta spingendo i combattenti di opposizione a negoziare accordi locali per il cessate il fuoco in alcuni distretti, ad esempio intorno a Damasco – e l’importanza sempre maggiore delle milizie a favore del regime, alcune composte da foreign fighters, ma molte altre nate in territori riconquistati dalle forze armate siriane. Queste tendenze potrebbero rendere impossibile il successo delle forze anti-regime, e potrebbero costringere i leader di opposizione a venire a patti con le autorità.

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