Per fare chiarezza su come Ferdinando, monaco agostiniano, si sia fatto francescano, ospitiamo una ricerca sulla storia come raccontata da lui e dai testimoni del tempo e ilustrata dal prof. Gianfranco Trabuio, storico, pubblicista e già docente nelle università di Padova e di Venezia. L’autore in premessa ricorda che anche otto secoli fa i cattolici venivano assassinati dai musulmani. Nella religione cattolica ogni giorno facciamo memoria, nella celebrazione della Santa Messa, dei Santi e dei Martiri che hanno segnato tappe fondamentali nella costruzione della Chiesa Cattolica nel mondo. Poiché sul Santo di Padova poco si conosce, ritengo utile, ha scritto il prof. Trabuio, dare qualche cenno storico su come quel Santo frate sia arrivato in Italia dal Portogallo. Francesco di Assisi nel 1217 aveva organizzato l’Ordine Francescano in province e provvide a mandare missionari in tutte le principali nazioni d’Europa. Nel famoso Capitolo generale delle stuoie, celebrato alla Porziuncola, nella Pentecoste del 1219, diede licenza ai frati Ottone sacerdote, Berardo suddiacono, e ai conversi Vitale, Pietro, Accursio, Adiuto, di andare a predicare il Vangelo ai saraceni del Marocco, mentre egli si sarebbe recato con i crociati in Palestina per visitare i Luoghi santi e convertire gl’infedeli, pur ignorandone la lingua. È molto bello ricordare che per Francesco la Provincia di Oltremare, la Terra di Gesù e dei suoi apostoli, era considerata la Perla delle Province. Dopo aver ricevuto la benedizione del santo fondatore, i sei missionari si diressero a piedi verso la Spagna. Giunti nel regno di Aragona, Vitale, superiore della spedizione, cadde malato, ma ciò non impedì agli altri cinque figli di S. Francesco di proseguire il loro cammino sotto la guida di Berardo. Arrivarono nella capitale del Marocco, dove iniziarono a predicare nelle piazze col crocifisso in mano. Il sultano del Marocco immediatamente li fece imprigionare e dopo violenze di ogni tipo e vista la loro determinazione a non abiurare la loro fede in Cristo Gesù, personalmente tagliò loro la testa, lasciando i poveri corpi al ludibrio dei fanatici musulmani (nella foto). Era il 16 gennaio 1220. Lo scritto del prof.Trabuio prosegue: Don Pietro Fernando, Infante del re del Portogallo, che si trovava a Marrakech, fece costruire due casse d’argento di diversa grandezza. Si servì della più piccola per deporvi le teste, della più grande per deporvi i corpi degli uccisi in odio alla fede cattolica. Quando ritornò in Portogallo, egli portò con sé le preziose reliquie dei cinque protomartiri francescani e le depose nella chiesa di Santa Croce a Coimbra, dove sono ancora venerate. Fu in quella occasione che Ferdinando di Lisbona si sentì talmente acceso dall’amor di Dio che decise di abbandonare l’Ordine dei Canonici Agostiniani per abbracciare quello dei Frati Minori, e andare in Marocco a predicare Cristo ai musulmani seguendo l’esempio dei frati francescani. Non arriverà mai in Marocco perché una tempesta portò la nave sulle coste della Sicilia, da dove risalendo la penisola arrivò ad Assisi, dove conobbe Francesco, che avendo apprezzato la sua intelligenza, la sua dottrina e la sua arte oratoria, lo incaricò di istruire i suoi frati. Ferdinando di Lisbona accoglie le spoglie dei cinque protomartiri nella Cattedrale di Coimbra. Diventerà il grande sant’Antonio di Padova, il taumaturgo e teologo che tanto lustro darà all’Ordine di Francesco di Assisi. Alla notizia del martirio dei cinque suoi figli, Frate Francesco, che si trovava al seguito della quinta Crociata, disse in un trasporto di riconoscenza verso Dio: “Ora posso dire che ho veramente cinque fratelli minori”. Il Papa Sisto IV li canonizzò nel 1481.

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