La clonazione, durante i lavori della fond.Veronesi, è stata al centro di un intervento di Carlo Alberto Redi (nella foto), ordinario di zoologia all’Università di Pavia e accademico dei Lincei. L’obiettivo è «creare un dialogo potente tra scienza e società. Lo sviluppo di una cittadinanza scientifica può soltanto migliorare una democrazia». Impossibile non affrontare la questione delle staminali embrionali, cellule capaci di trasformarsi in tutti i tipi di tessuto presenti nel nostro organismo. «La legge 40 è stata quasi interamente smontata dalla Corte Costituzionale, ma il limite vigente condiziona il nostro lavoro – ha sostenuto lo specialista -. Lavoriamo sugli embrioni murini, a tante scoperte giungiamo prima degli altri. Ma poi arrivano i colleghi stranieri che, sfruttando le nostre basi, raggiungono risultati importanti. Noi, invece, dobbiamo fermarci». La questione – punto di partenza del traguardo raggiunto dai ricercatori Gurdon e Yamanaka, premiato con il Nobel per la medicina nel 2012 – è una di quelle su cui l’Italia sta perdendo la sfida del progresso. Si possono importare gli embrioni per la ricerca – quasi tutti giungono dagli Stati Uniti, dalla Svezia, dall’Australia e dalla Gran Bretagna – ma non raccogliere le donazioni effettuate dai connazionali. Chi vorrebbe cancellare anche l’ultimo divieto rivendica l’opportunità di studiare in provetta alcune malattie – da quelle neurodegenerative al cancro – per comprenderne in minor tempo i meccanismi alla base e ridurre la marcia di avvicinamento alla sperimentazione clinica di un farmaco. Altro tema al centro della discussione quello del trasferimento nucleare: si prende il nucleo di una cellula della pelle, lo si inserisce in una cellula uovo e la si riprogramma, trasferendo – di fatto – le caratteristiche di nostro interesse. È questo il principio alla base della clonazione, ritenuta un’opportunità: per riprodurre animali di particolare interesse scientifico, specie in via di estinzione o per generare carne in provetta senza ricorrere al sacrificio degli animali. Resta fermamente vietato, con carcere sanzioni, produrre uomini in laboratorio.

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