A pochi giorni dalla scadenza (salvo proroghe) dei termini per aderire all’offerta pubblica delle banche popolari venete, Adico (Ass.deifesa consumatori) conferma che fra i risparmiatori seguiti dal proprio ufficio legale (circa 150) solo una decina ha deciso di transare. Un numero molto limitato di persone, solitamente in possesso di un pacchetto di azioni esiguo. “Come già detto in altre occasioni – ha chiarito Carlo Garofolini, presidente dell’associazione – la proposta ci è parsa da subito totalmente inadeguata, ma fin da subito abbiamo detto ai soci che ognuno doveva valutare la propria posizione e decidere autonomamente. Chi ha un monte azioni molto limitato, ha deciso di transare, magari anche per recuperare un po’ di liquidità immediata. In ogni caso, siamo molto lontani dall’obiettivo dell’80% della adesioni. Perciò con ogni probabilità questa offerta resterà lettera morta. Dal canto nostro, aspettiamo di vedere come andranno le tante cause che abbiamo avviato: siamo molto fiduciosi”. In Veneto, come riportano i quotidiani del gruppo Finegil, i soci che di certo non aderiranno alla offerta pubblica di transazione (Opt) delle due banche ex popolari e che hanno avviato procedure alternative in ambito giudiziario o attraverso l’Arbitro per le controversie finanziarie (Acf) sarebbero meno di 10 mila, ma il loro numero potrebbe salire in particolare alla luce dei primi risultati che giungeranno dalla stessa Autorità.
La stima, sempre secondo Adico, deriva dalla somma delle pratiche in lavorazione negli studi dei legali dei vari comitati dei soci e delle associazioni dei consumatori, impegnati ad assistere proprietari di azioni dei due istituti secondo i quali la riparazione avanzata dalle ex popolari (nove euro a titolo per la Popolare di Vicenza, il 15% del valore “bruciato” per Veneto Banca), per l’adesione alla quale c’è tempo fino al prossimo 22 marzo, è insoddisfacente

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