All’Ateneo Veneto di Venezia è stato presentato il libro-agenda sui detti e sui modi di dire veneziani, curato da Maurizio Vittoria del Comitato Venezia, nonchè figlio dello scrittore, giornalista e apprezzato divulgatore della cultura veneziana Eugenio Vittoria, in occasione del centenario della nascita (nella foto). I libri-agenda sono un caso unico di sviluppo edutoriale dal web alla carta stampata da parte di Venipedia, la prima enciclopedia online su Venezia. Venipedia è la società editoriale creata da Marco Trevisan. I nuovi prodotti sono il libro agenda sui Dogi e ora è stata presentata l’agenda perpetua sui detti veneziani (ed. Evi 1967). I libri-agenda in distribuzioine nelle librerie e si possono ordinare on liane sul sito di Venipedia. Nel sottotitolo dell’edizione in formato elettronico del volume è scritto “A Venezia si dice ancora così” (anche in inglese). Tra i i detti pubblicati, e tanti quanti il numero dei giorni dell’anno, alcuni esempi: “andemo bever un’ombra” (il decimo di litro servito all’ombra del Campanile); “il vien da Mazzorbo” (per dire una persona miope; “no ti se bon neanche da far triaca” (pozione con 64 sostanze capace di guarire tutti i mali); “andar a Patrasso con tutto” (sconfitta dell’amm.Cappello nel 1497 all’isola di Negroponte); “ti capisci el bergamo” (per intendere quando ci si accorge di un inganno); “secco incandio” (un uomo magro); “saver che ora che xe” (frase pronunciata ogni qualvolta il condannato a morte, tra le colonne di San Marco e il Todaro; egli doveva guardare la torre dell’orologio dalla quale conoscere l’ora prima di morire. “Pezzi di vita della Serenissima” (che fanno cultura), come ha precisato nel suo intervento il caporedattore del Gazzettino Davide Scalzotto, durante la presentazione all’Ateneo, unitamente a Carlo Montanaro dell’Università popolare e Giovanni Di Stefano della casa editrice Supernova e direttore della rivista Nexus.

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