Emergency e le università veneziane Ca’ Foscari e IUAV (Ist.architettura)hanno avviato dal 2014 una collaborazione a tre per mettere in campo attività di ricerca e didattica comuni. I progetti avviati dopo l’accordo sono stati presentati, per la prima volta, giorni orsono, presso la sede di Emergency alla Giudecca, alla presenza dei docenti referenti delle due Università e di Cecilia Strada, Presidente di Emergency. Uno dei progetti in questione è quello di cui si occupa Silvio Cristiano, assegnista presso il Dipartimento di Scienze Molecolari e Nanosistemi e dottorando IUAV, impegnato in un’analisi sistemica del centro Salam di cardiochirurgia a Karthoum, l’unica struttura specializzata e gratuita in Africa. “I progetti che vengono presentati – ha affermato Marco Sgarbi, delegato del Rettore per la comunicazione – dimostrano che le Università si stanno aprendo, vanno a lavorare sul campo impegnandosi sempre di più nel public engagement e per il bene della società. Questa è la vera Terza Missione”. “La scelta del luogo è stata dettata dal fatto che, non essendo un ospedale di guerra come molte altre strutture di Emergency bensì un polo di eccellenza gestito in partenariato col Ministero della Sanità locale, il Centro Salam presenta caratteri di confrontabilità con altre strutture ospedaliere non necessariamente collocate in contesti bellici/critici – spiega Cristiano. – Al momento sto valutando le performance ambientali di alcune accortezze tecnologiche utilizzate nella costruzione dell’edificio, come il tunnel del vento, tecnica iraniana tradizionale che permette di risparmiare 7/8° di raffreddamento ai condizionatori tradizionali, e i pannelli a condizionamento solare”. Silvio Cristiano, che lavora assieme al prof. Francesco Gonella, utilizza nel suo lavoro l’approccio emergetico, che riconduce tutti i flussi necessari per il funzionamento di un sistema (flussi di materia, energia, informazione e risorse finanziarie) ad una stessa quantità misurabile, l’EMERGIA (da EMbodied enERGY, energia incorporata), misurando così i ‘costi’ ambientali, economici e sociali dell’attività del centro. “«Si tratta di un approccio particolarmente adatto per lo studio dell’attività di Emergency, che coinvlge tutti gli aspetti (ambientali, sociali, economici, informativi) legati alla sostenibilità e dove l’analisi emergetica trova naturale applicazione. Nei prossimi passi, l’analisi raggiungerà un livello di dettaglio sempre maggiore, diventando quantitativa e non più solo qualitativa. Ad esempio, il calcolo dei flussi emergetici potrà tenere traccia delle minori risorse consumate e delle ridotte spese finanziarie derivanti dalle politiche di risparmio adottate dall’organizzazione. Sarà possibile valutare, inoltre, gli sforzi necessari all’implementazione di alcuni accorgimenti di contenimento di consumi e spese, associandoli ai benefici attesi”. Sul piano architettonico-impiantistico pone l’accento su alcuni accorgimenti tecnologici, come il tunnel di raffreddamento e il sistema di pannelli solari termici, che consentono di sfruttare maggiori quantità di energie rinnovabili, risparmiando risorse non rinnovabili. Sul piano medico, i flussi evidenziano il percorso logico della cura del paziente, qui arricchita da attività di screening e promozione di salute in presìdi pediatrici sparsi nella regione subsahariana; queste attività – supportate dall’immagine che il centro ospedaliero dà di sé – alimentano un feedback virtuoso di aumento dei pazienti accettati e di estensione delle cure all’interno del bacino di utenza. Infine, sul piano finanziario, i flussi di risorse che concorrono alla raccolta fondi (comunicazione e pubbliche relazioni, immagine del Centro) e le donazioni così catalizzate: donazioni in denaro dai privati, prestazioni volontarie e fornitura di servizi a titolo gratuito, prestazioni di lavoro offerte dal personale locale come tirocinio in cambio di conoscenza.

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