Non c’è bisogno di statistiche, basta conversare con religiosi, conoscenti, amici, parenti per capire: il digiuno è una delle pratiche quaresimali più radicate tra gli osservanti che si sentono troppo peccatori per cui ricorrono a questa pratica nel tentativo di riparare al passato recente. Preghiera, digiuno, misericordia, sono un cosa sola (S.Pier Crisologo). Il teologo Rinaldo Falsini, per Famiglia Cristiana, ha spiegato che il digiuno con l’astinenza (un pasto al giorno, evitando determinati cibi) è congiunto alla preghiera a Dio e all’elemosina: un trio che, già presente nell’Antico Testamento, contrassegna la pratica penitenziale della Chiesa. Questo in sintesi. Nella penitenza l’uomo è coinvolto nella sua totalità di corpo e spirito: si converte a Dio e lo supplica per il perdono dei peccati, lodando e rendendo grazie; non disprezza il corpo, lo modera, e rinvigorisce lo spirito, non si chiude in sé stesso ma vive la solidarietà che lo lega agli altri uomini. Ma perché queste tre espressioni rientrino nella prassi penitenziale della Chiesa devono avere un’anima autenticamente religiosa, anzi cristiana. È quanto si propone la nota pastorale della Cei, in applicazione di una delibera del 1985, sollecitando una convinta ripresa della prassi penitenziale tra i fedeli. Il digiuno dei cristiani trova il modello e il significato originale in Gesù. Il Signore non impone una pratica di digiuno, ma ne ricorda la necessità contro il maligno e nella sua vita ne indica lo stile e l’obiettivo. Il riferimento a Cristo e alla sua morte e risurrezione è essenziale per definire il senso cristiano del digiuno e dell’astinenza come di ogni forma di mortificazione. Nella tradizione cristiana, sotto gli influssi monastici, le comunità hanno delineato forme concrete di penitenza, il digiuno con un solo pasto nella giornata, seguito dalla riunione serale per l’ascolto della parola di Dio e la preghiera comunitaria. Nella distribuzione dei tempi e dei giorni sono privilegiati il triduo pasquale, in particolare il Venerdì santo e il Mercoledì delle ceneri. Poi resta sempre valido un invito ai cristiani cattolici: è quello di non mangiar carne nei venerdì dell’anno (questa è un usanza rispettata di meno, ma restano ancora molte le famiglie che scelgono di mangiar pesce).

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