Oltre un migliaio di persone ha presenziato alla mostra Fuocoepaesaggio al Forte di Monte Ricco (Belluno), nel primo finesettimana d’apertura. Il Forte, chiuso da cent’anni, si trova sulla cima che sovrasta il paese di Pieve di Cadore a quota 953 m. e a 200 metri in linea d’aria dalla Batteria Castello, in località Sottocastello (foto). Fa parte del territorio comunale di Pieve di Cadore in provincia di Belluno.
Grazie al progetto di Dolomiti contemporanee è stato fatto un passo in avanti con l’inaugurazione della mostra Fuocoepaesaggio al forte di Monte Ricco. Il forte è un’incredibile architettura bellica costruita alla fine del diciannovesimo secolo sull’altura che domina Pieve di Cadore. Dopo un restauro durato un decennio effettuato dal comune in collaborazione con Cariverona, il forte ricomincia a vivere con una funzionalità completamente diversa ospitando artisti invece che soldati. La mostra Fuocoepaesaggio è un vero innesco per il paesaggio che ricomincia esso stesso a vivere e a trovare nuovi canali di valorizzazione, anche del suo passato artistico. L’evento ha lanciato anche un nuovo progetto di Dolomiti contemporanee che si svilupperà nel corso degli anni dal titolo Tiziano contemporaneo. Perché Tiziano Vecellio proprio qui nacque e ora i suoi eredi artisti sono pronti a lasciarsi nuovamente ispirare da quello che li circonda per dar vita a nuova cultura e creatività. La mostra chiude il 30 settembre. Info sul sito www.dolomiticontemporanee.net. Il forte Monte Ricco è stato costruito nel periodo tra il 1885 e il 1895 e ovviamente dotato di cannoni. In posizione centrale della Fortezza Cadore – Maè furono costruite alcune opere, formanti il Ridotto Cadorino, tra cui il forte di M. Ricco. Tuttavia, allo scoppio delle ostilità si ridimensionarono molto le funzioni di queste opere. Nella zona durante il periodo bellico venne trascorso in stato di relativa calma (la distanza dalle fortificazioni austriache era tale da non creare problemi di essere colpiti). Dopo i fatti di Caporetto venne abbandonato e fino alla fine della guerra restò in mano austriaca.

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