Paolo De Grandis in qualità di Curatore internazionale presiede alla prima Biennale di Karachi dal 22 ottobre al 5 novembre, in 12 location a Karachi. Yoko Ono con il memorabile ONOCHORD video realizzato per OPENASIA 2004 e Michelangelo Pistoletto con il Terzo Paradiso che continua il suo viaggio per farsi materia di riciclo dell’industria pakistana, Sarah Revoltella, Max Papeschi, Marco Nereo Rotelli, Elisabetta di Sopra, Federico Nero e Hybrid Suite – in collaborazione curatoriale con Claudio Crescentini e Patrizia Chianese – sono gli artisti selezionati da Paolo De Grandis per questa prima edizione della Biennale di Karachi diretta da Amin Gulgee.
In occasione del tour inaugurale della prima Biennale di Karachi, Paolo De Grandis prenderà parte ad un simposio internazionale per raccontare il suo impegno nel mondo dell’arte: dalle 118 mostre organizzate alla Biennale di Venezia di cui 64 partecipazioni nazionali e 54 eventi collaterali, alla prima partecipazione di Taiwan alla Biennale di Venezia nel 1995, all’ideazione dei padiglioni esterni della Biennale di Venezia fuori dalle aree canoniche dei Giardini e dell’Arsenale, il progetto a lungo termine “From La Biennale di Venezia & OPEN to MACRO” fino ai 20 anni di OPEN, Esposizione Internazionale di Sculture ed Installazioni.
La Biennale di Karachi ospita oltre 150 artisti dal Pakistan e da tutto il mondo. Le loro opere saranno esposte in numerose sedi nella città tra cui la monumentale Narayan Jagannath Vidyala Hight School (NJV). Fondata nel 1855, la NJV è un edificio dal grande valore storico e culturale; sede della Sindh Assembly ha formato numerosi leader sociali e politici del Paese. Oggi viene utilizzata solo una piccola parte dell’edificio e la Biennale di Karachi intende proprio portare l’attenzione, rivalutare e far rivivere appieno questo importante punto di riferimento in una delle città più popolate del mondo, consentendone l’accesso a nuovi spettatori per ridiscutere la storia di Karachi, spesso oscurata da tensioni in rapida crescita. Fin dagli anni ’50, quando Karachi è cresciuta da piccolo porto a mega centro urbano, la città ha attratto un gran numero pensatori indipendenti. È stata la dimora di molti influenti artisti moderni e contemporanei. Il suo circuito di gallerie è senza rivali nel Paese ed è uno dei più vivaci dell’Asia meridionale. Il Pakistan ha iniziato ad avere un importante ruolo nella mappa globale proprio grazie all’interesse che si è sviluppato attorno ai risultati internazionali dei suoi artisti. Questi risultati riflettono la profondità e la vitalità della produzione artistica del Paese. Attraverso l’architettura delle mostre, i simposi, le performance e i numerosi programmi per i visitatori, la Biennale di Karachi combinerà energie creative e nuove scintille nel panorama artistico locale e internazionale. Il tema scelto per questa prima edizione è “Witness” (“Testimone”): gli artisti come testimoni. L’arte come testimonianza del suo tempo ha sempre avuto un grande rilievo e significato, in particolare in tempi in cui la memoria è profondamente contestata se, come afferma, Kundera “La lotta dell’uomo contro il potere è la lotta della memoria contro l’oblio”. L’obbiettivo della Biennale di Karachi è quello di portare l’arte negli spazi pubblici generando consapevolezza, impegno e coinvolgimento pubblico attraverso progetti che interagiscono con lo spettatore per creare una piattaforma democratica e accessibile.

 

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