queste foto che andranno a corredo del mio pezzo su 'Grecia: Kos, la strage dimenticata degli ufficiali italiani'. Didascalia: La lapide del Comune di Kos in ricordo dei 103 italiani uccisi' Foto: Patrizio Nissirio

Secondo fonti militari e d’archivio in una delle tre fossi comuni sull’isola greca di Kos (allora era italiana) dovrebbero trovarsi i resti di 37 ufficiali italiani uccisi dai tedeschi il 6 ottobre 1943. E’ stato deciso che le ricerche si svolgeranno dal primo all’8 luglio, visto che da Atene è arrivato il permesso per compiere tale operazione. Ciò è avvenuto con l’appoggio del ministro degli esteri Paolo Gentiloni e l’intervento dell’ambasciatore italiano. Il campo nel quale si opererà è chiamato “Campo delle Fosse “, è di circa 1800 mq e si trova vicino alle saline di Linopoti. Già il 25 aprile 2014 l’allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano aveva parlato al Quirinale degli avvenimenti di Kos per ricordare il sacrificio dei 103 ufficiali e dei loro congiunti. Un sacerdote, don Michelangelo Bacheca, che partecipò alle esumazioni di 66 corpi dei quali solo 42 furono riconosciuti, in un suo rapporto ha spiegato che degli undici avvallamenti del terreno rilevati soltanto otto ne risultarono evidenti all’inizio degli scavi per cui saranno proprio quegli altri tre avvallamenti ad essere al centro delle ricognizioni . Come noto, il 6 ottobre 1943, dopo due giorni di combattimenti, sopraffatte dalle forze tedesche, quelle italiane e britanniche si arresero. Gli ufficiali italiani catturati, dopo un processo sommario, furono da lì a poco falcidiati mentre, altri piccoli gruppi, furono accompagnati al vicino porto di Tingachi da dove sarebbero stati trasferiti sulla terraferma, particolare però che è stato solo oggetto di promessa. Molti di quegli ufficiali non raggiungevano i 25 anni. Il colonnello in congedo Pietro Giovanni Liuzzi, che del reperimento delle salme, oltre che del recupero della memoria patria di quella che è stata definita la “piccola Cefalonia” o anche la “tragedia dimenticata”, ha fatto una vera ragione di vita, parlando dell’operazione Lisia, ha detto di non poter ancora sapere che esito avranno le ricerche ma che si spera di poter chiudere una ferita aperta in tante famiglie italiane. “Mantenere vivi quei valori di memoria per i caduti di Kos, così come avviene per Cefalonia ed El Alamein – ha concluso Liuzzi – è un impegno che non si esaurirà con questa spedizione”. Per sostenere queste ricerche si possono versare contributi sul conto di Banca Prossima di Milano, Iban IT83 Y033 5967 6845 1070 0193 384, intestato Comitato caduti di Kos; la causale è “Contributo volontario Operazione Lisia”.

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