È il rettore, Rosario Rizzuto, a fare gli onori di casa nel presentare il direttore generale, Alberto Scuttari e le strategie da lui intraprese dall’inizio del suo mandato. “Una questione di giusta trasparenza”, ha precisato il rettore che poi ha ricordato i capisaldi su cui si basa l’azione dell’università di Padova, seguendo il criterio delle “tre E”: excellence, engagement, efficiency. “Siamo convinti – ha spiegato Rizzuto – che l’efficienza è la risposta da dare al nostro interno per essere più efficaci nella nostra azione verso l’esterno: il settore della pubblica amministrazione può e deve essere più efficiente di quello privato”. Il mandato, allora, dato al direttore generale è chiaro: “La richiesta di avere l’occasione di un processo di innovazione e miglioramento delle nostre procedure amministrative che a cascata migliorerà anche la fruizione interna del lavoro di tutto l’ateneo e quella di chi lavora a contatto con la nostra università”, ha concluso Rizzuto. “Mi è stato affidato un mandato preciso”, ha spiegato Alberto Scuttari (foto). Mandato che si indirizza nel corso del 2017 con alcune modifiche già entrate in fase operativa e con una serie di ulteriori cambiamenti che saranno implementati nel corso dei mesi prossimi. Le quattro parole chiave sono: semplificazione, organizzazione, processi di digitalizzazione e valorizzazione. Di questo riferisce il giornale Il Bo dell’Ateneo. “L’università di Padova ha oltre 2.000 persone che lavorano in molteplici strutture tra amministrazione centrale, dipartimenti, centri e Scuole di ateneo – spiega – è quindi necessario portare avanti un piano che coinvolga tutti gli attori e che apporti modifiche migliorative nei diversi ambiti”. Sul piano della semplificazione è già stato reso operativo un taglio dell’uso della carta: “L’uso di documenti cartacei – ha argomentato Scuttari – porta con sé molte negatività: allunga i processi decisionali, riempie gli archivi e non crea sostenibilità ambientale”. Dal primo di febbraio tutti gli atti dell’ateneo sono stati ridotti a un unico originale (digitale o analogico) e sottoscritto in forma analogica o digitale in un’unica copia: “In questo modo non ci sono più doppioni e si semplifica la procedura che prevedeva la trasposizione del documento digitale a quello cartaceo”, spiega il direttore generale. Questo comporterà un risparmio di 50.000 euro e porterà a un risparmio di carta pari a circa 200.000 kg con una diminuzione di 250.000 kg di CO2 emessa. Novità anche per quello che Scuttari chiama smart working, “il lavoro amico e veloce – spiega ancora – per le procedure dell’amministrazione centrale viene reso possibile l’accesso ai sistemi informatici anche al di fuori dei palazzi di ateneo”. Nel concreto sarà possibile una maggiore flessibilità nel lavoro per operare “se la necessità lo richiede in un posto diverso da quello della sede di lavoro”. Sul piano della comunicazione interna si è lavorato per aumentare la celerità dell’azione amministrativa: “È stata data la possibilità ai prorettori e ai dirigenti di trasmettere note informative in autonomia, senza la necessità di una firma da parte del direttore generale o del rettore”. Solo i documenti più importanti, come le circolari, dovranno ancora necessariamente passare per i vertici. Modificata anche la policy sugli acquisti, per renderli più rapidi da effettuare. Anche in questo caso la parola d’ordine è “smart”: viene eliminato l’obbligo di ricorrere prioritariamente alla centrale operativa del mercato elettronico dell’università di Padova (il ME-UNIPD) e solo successivamente a quella generale (il MEPA) per gli acquisti sotto la soglia comunitaria (209.000 euro al netto dell’Iva). Di conseguenza le strutture potranno usare alternativamente o indifferentemente ME-UNIPD o MEPA. Novità anche nelle metodologie con cui si favorisce il contatto con il tessuto imprenditoriale e facilitare il fund-raising: è stato eliminato l’obbligo di finanziamento integrale del contratto da parte del soggetto esterno per i ricercatori “lettera a)” con contratto triennale: “In pratica – dice Scuttari – il finanziamento esterno potrà anche essere parziale e proveniente da più soggetti”. Il tutto nell’ottica di semplificare le pratiche burocratiche e accelerare i processi di interazione con il tessuto territoriale. A livello di organizzazione è necessario “un piano di rafforzamento”. Il direttore fa notare come a Padova ci siano sette dirigenti in rapporto a oltre 2.000 dipendenti: “significa che ogni dirigente – ha spiegato – coordina in media 200 persone. Per farvi un esempio: l’università di Bologna ha il doppio di dirigenti rispetto a Padova”. Di conseguenza il mandato sarà quello di velocizzare il processo per l’individuazione di nuove figure dirigenziali attraverso appositi bandi di concorso. Allo stesso tempo si appronterà un piano per la riorganizzazione delle aree dell’amministrazione centrale e per l’attribuzione dei nuovi incarichi organizzativi, anche attraverso la pratica del “job posting”. Una nota anche sui regolamenti: Scuttari già nel corso del suo discorso all’inaugurazione del 795esimo anno accademico aveva posto l’accento sul coraggio di modificare i regolamenti per stare al passo con i tempi: “Se la realtà e le leggi si modificano – conclude – è necessaria anche una revisione dei regolamenti per rimanere, in questo quadro, competitivi”.

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