Il Decreto Partecipate, approvato dal Governo il 10 agosto scorso e in vigore dal 23 settembre, oltre agli aggiornamenti in materia di trasparenza e di IMU sono i temi al centro dell’Assemblea dei soci di AEFI, l’Associazione Esposizioni e Fiere Italiane, svoltasi presso la Fiera d’Oltremare di Napoli. L’assetto societario delle Fiere, la possibilità di operare secondo regole europee in tema di trasparenza nonché la tassazione immobiliare dei padiglioni fieristici sono infatti temi di fondamentale importanza per il settore e su cui AEFI da tempo concentra la propria attività, con l’obiettivo di ottenere chiarimenti specifici nella legislazione ed evitare così di mettere a rischio la competitività e l’esistenza del comparto. Negli ultimi mesi, infatti, il Presidente Riello (nella foto) e i Vicepresidenti di AEFI sono stati impegnati in diversi incontri con il Ministero della Semplificazione e della Pubblica Amministrazione e con il Ministero dell’Economia e delle Finanze per vedere riconosciute le esigenze del settore in materia di assetto societario dei quartieri, trasparenza e anticorruzione. “Per anni come AEFI abbiamo sensibilizzato le Istituzioni sul ruolo delle fiere quale strumento di politica economica del Paese e sulla necessità di interventi e chiarimenti specifici in tema legislativo affinché le Fiere potessero continuare a rappresentare uno strumento di crescita per le imprese italiane – ha evidenziato il veronese Riello nella sua relazione. – Grazie al costante lavoro dell’Associazione abbiamo ottenuto alcuni riconoscimenti e siamo grati per l’attenzione finora ricevuta in merito alle nostre richieste in materia di assetto societario. C’è però ancora molto da fare”. Nel Decreto sulle Partecipate, recentemente entrato in vigore, è stato raggiungo un importante traguardo con la modifica dell’art. 4 in merito all’ammissibilità della partecipazione pubblica alle Società Fieristiche, in particolare anche alle Società fieristiche aventi come oggetto sociale “prevalente” – e non solamente “esclusivo” come in precedenza – la gestione di spazi fieristici e l’organizzazione di eventi fieristici; inoltre è stata riconosciuta la specificità delle partecipazioni delle Camere di Commercio nelle Fiere e soprattutto sono state ammesse le partecipazioni pubbliche nelle Società fieristiche. Un risultato frutto anche del nostro costante impegno – ha precisato Ettore Riello. – Affinché la razionalizzazione dell’assetto dello Stato non comporti però disinvestimenti nel settore, è necessario che venga quanto prima definita l’assunzione da parte delle Regioni delle quote delle Province e che i Comuni destinino mezzi sufficienti a sostegno delle proprie partecipazioni, nonché venga definita la posizione per le Camere di Commercio che verranno accorpate”. Le fiere sono un vero strumento di politica industriale, un volano per l’economia. I numeri del settore parlano da soli: nei quartieri espositivi italiani nel 2016 sono state programmate 946 manifestazioni, 189 delle quali a carattere internazionale. Complessivamente, ogni anno le fiere italiane movimentano 22 milioni di visitatori e generano un giro d’affari di 60 miliardi di euro. Il fatturato complessivo è pari a 2 miliardi di euro che con l’indotto si avvicina ai 7 miliardi con rilevanti ricadute, per le città ospitanti, in termini di trasporti, ristorazione e alberghi.In un contesto economico ancora alquanto incerto per il nostro Paese e uno scenario mondiale che vede continui investimenti nel settore, dalla Cina alla Germania, dalla Francia alla Thailandia, “non sostenere un asset fondamentale per la crescita e lo sviluppo delle imprese graverebbe sulla già debole ripresa”, ha proseguito Riello. Per questo è indispensabile che le Istituzioni definiscano quanto prima una corretta politica fiscale sugli immobili fieristici, con un livello di tassazione sostenibile. “Quello che abbiamo chiesto in tutte le sedi istituzionali è che la tassazione, per quanto riguarda l’applicazione dell’Imu, sia più equa nei confronti dei padiglioni fieristici, trattati come strutture commerciali, e non calcolando i giorni effettivamente utilizzati per le esposizioni con disposizioni univoche su tutto il territorio nazionale. Auspichiamo che quanto prima il Ministero dell’Economia e delle Finanze e l’Agenzia delle Entrate possano trovare una soluzione e modificare così la normativa. I continui rinvii stanno gravando sui bilanci delle fiere, mettendole in seria difficoltà”, ha detto ancora Riello. Altro tema spinoso, ancora non completamente chiarito, discusso nell’ambito dell’assemblea di AEFI è l’obbligo di trasparenza imposto dalla Riforma Madia alle società a partecipazione pubblica. Le fiere sono però realtà particolari con informazioni sensibili che, se rese note, avvantaggerebbero i competitor stranieri. Per continuare ad essere competitive devono poter operare secondo la specifica normativa applicata in Europa. In caso contrario, l’Italia sarebbe l’unico sistema fieristico al mondo ad avere un assetto diverso, concedendo così un grande vantaggio ai nostri competitor stranieri. AEFI (Associazione Esposizioni e Fiere Italiane) ha l’obiettivo di generare sinergie tra i più importanti quartieri fieristici italiani. In particolare AEFI si pone come interlocutore privilegiato per gli operatori e le istituzioni, e svolge un ruolo di sostegno per gli associati attraverso lo sviluppo di attività e programmi nell’ambito della formazione, del marketing, della promozione e della ricerca, oltre all’erogazione di servizi per le fiere attraverso l’attività delle proprie Commissioni. Sul piano internazionale, AEFI rappresenta le fiere italiane in UFI-Unione delle Fiere Internazionali. Presieduta da Ettore Riello, AEFI conta 35 quartieri fieristici Associati, che organizzano oltre un migliaio di manifestazioni all’anno.

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