La mostra Simbolismo mistico. Il Salon de la Rose+Croix a Parigi 1892–1897, a cura di Vivien Greene, allestita negli spazi espositivi della Collezione Peggy Guggenheim dal 28 ottobre al 7 gennaio 2018, è stata presentata alla stampa. La direttrice del museo Karole Vail ha introdotto l’esposizione, che vede la luce dopo due lunghi anni di studi e ricerche, e che giunge qui a Venezia dopo il grandissimo successo riscosso al museo Solomon R. Guggenheim di New York, dove è stata esposta dal 30 giugno al 4 ottobre, 2017. “È un onore per noi oggi ospitare quest’esposizione, non solo perché si tratta di un contributo ulteriore e fondamentale allo studio del Simbolismo, ma anche perché è la prima mostra mai organizzata da un museo dedicata a questo tema così specifico, e oggi ancora così poco approfondito, dei Salon del la Rose+Croix”, ha affermato la Vail. “Tutte le opere in mostra sono state esposte in ciascuno dei sei Salon parigini organizzati dall’eccentrico autore rosacrociano Joséphin Péladan”, ha spiegato la curatrice Vivien Greene, “e ripercorrono, sala per sala, alcuni temi ricorrenti dell’epoca, quali ad esempio il mito di Orfeo, o l’adulazione della pittura degli artisti del primo Rinascimento italiano, non mancano infatti in mostra chiari riferimenti a Sandro Botticelli e Beato Angelico”. Un elemento di forte caratterizzazione del percorso espositivo è la musica, diffusa nelle sale, che accompagna il visitatore in un’esperienza immersiva, ricreando l’atmosfera dei Salon. “La musica è la forma d’arte più simbolista e astratta”, prosegue la Greene, “e i brani di Erik Satie, Richard Wagner, e altri, presenti in mostra, sottolineano il ruolo-chiave occupato dai compositori dell’epoca, legato al movimento simbolista”. Nella primavera del 1892 Péladan (1858–1918) inaugura alla Galerie Durand-Ruel di Parigi il primo Salon de la Rose+Croix come estensione della confraternita segreta Rose+Croix che egli stesso istituisce, un ordine esoterico con radici nel misticismo e nei riti arcani, considerati da Péladan i mezzi per comprendere le verità universali e raggiungere l’illuminazione. Con una cadenza annuale, i Salon portavano in scena, proprio per volere dell’eccentrico Péladan, un genere di arte mistico-simbolista, soprattutto di connotazione ermetica e spirituale. I Salon divennero ben presto una sorta di crocevia cosmopolita, in cui esponevano artisti provenienti da Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Italia, Olanda, Spagna e Svizzera. Grazie alle approfondite ricerche svolte per rintracciare i lavori esposti originariamente nei diversi Salon, in mostra saranno esposti dipinti, opere su carta, e sculture di artisti come Antoine Bourdelle, Rogelio de Egusquiza, Jean Delville, Charles Filiger, Fernand Khnopff, Charles Maurin, Alphonse Osbert, Armand Point, Georges Rouault, Carlos Schwabe, Alexandre Séon, Jan Toorop, Ville Vallgren e Félix Vallotton. Le mostre dedicate al movimento simbolista si sono, fino ad ora, concentrate su un determinato ambito geografico o su tematiche più ampie piuttosto che su un evento specifico, come appunto i Salon de la Rose+Croix di Péladan. Le ideologie divergenti di coloro che esponevano nei Salon, che variavano da una politica conservatrice e cattolica all’anarchia più radicale e anti-clericale, rivelano come i diversi approcci siano dialetticamente legati alle filosofie sacre e spirituali alla base dell’arte simbolista. Analizzando le modalità attraverso cui i Salon proponevano tali impulsi, la mostra intende indagare i precetti simbolisti legati al modernismo. Tutti i giorni alle 15.30 vengono offerte visite guidate gratuite alla mostra, previo acquisto del biglietto d’ingresso al museo.

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