La mostra “Facce da evoluzione. Guardiamo in faccia i nostri antenati!”, dopo essere stata ospitata con successo all’interno dell’ateneo di Padova, arriva al Festival della scienza di Genova, dal 27 ottobre al 6 novembre. I visi dei più importanti fossili di ominini sono i protagonisti e, al tempo stesso, il filo conduttore di questa mostra, permettendo di fare il punto sullo stato attuale delle conoscenze nell’albero cespuglioso delle forme umane e pre-umane. L’esibizione genovese nasce – è detto in una nota – come spin-off di un progetto iniziato nel 2014 dal museo di Antropologia dell’università di Padova, culminato nel 2015 con la mostra “Facce”. Una tappa significativa di un filone di ricerca che ancora prosegue. E l’esibizione di Genova si inserisce proprio in questa direzione con la presentazione di due novità rispetto all’edizione padovana. La prima riguarda la ricostruzione delle fattezze di Australopithecus sediba, arrivata a conclusione a fine 2015 e ancora mai presentata al pubblico. La seconda riguarda l’ultimo importante ritrovamento nel campo della paleoantropologia: Homo naledi. Ritrovato in Sudafrica nel 2013 e presentato nel 2015, questo fossile dalla datazione ancora incerta presenta caratteristiche intermedie tra Australopithecus e Homo. Innovativa la scelta del team di scopritori di condividere le scansioni 3D del fossile, permettendo di stampare una copia della stessa. Grazie a ciò è stato possibile realizzare una copia dettagliata del cranio, da cui però non è stato possibile ricostruire il viso. Come per Padova, anche a Genova per alcuni dei fossili sarà possibile vedere, attraverso tecniche di realtà aumentata e ologrammi, le varie fasi di realizzazione della ricostruzione.

Lascia un commento