“Una scommessa sul futuro del Veneto e sulle infrastrutture sostenibili”: così è stato definito l’atto risolutivo tra Regione e Net Engineering sul Servizio ferroviario metropolitano regionale. L’atto risolutivo attiva i progetti per eliminare altri 22 passaggi a livello, portando così a 103 il numero dei passaggi a livello chiusi. La progettazione verterà sulla soppressione di due passaggi a livello a Mestre in via Gazzera, due in comune di Montebelluna e altri nei comuni di Loreggia, Mira, Noale, Piombino Dese, Resana, Castelfranco, Salzano, Vedelago, Quinto di Treviso, Paese, Treviso, Roncade, Monselice, Castello di Godego. L’accordo prevede anche la progettazione per il ripristino della Linea dei Bivi, che consentirà di risolvere lo snodo di Mestre, e circa 30 km di raddoppi ferroviari, che interesseranno la tratta Padova–Vigodarzere, con un nuovo ponte sulla Brenta, e la tratta Maerne – Castelfranco. La copertura finanziaria per le progettazioni, come è detto in una nita della Regione, sarà garantita integralmente con risorse regionali, mentre per realizzare gli interventi entreranno in gioco i contributi ministeriali ex lege n. 211/92, i fondi di competenza di RFI Spa, e i fondi strutturali Sviluppo e Coesione. Alla firma hanno partecipato l’assessore regionale Elisa De Berti, il segretario generale della Regione Veneto, Ilaria Bramezza, e l’amministratore delegato di Net Engineering, Silvia Furlan – alla presenza del fondatore della Net Engineering, dei vertici dei Direzione infrastrutture e dei legali dei due enti (nella foto, i sottoscrittori, a palazzo Balbi) – si chiude un contenzioso in atto da 18 anni per la realizzazione del ‘metro’ del Veneto centrale e si sbloccano progetti (e cantieri) per completare il quadrilatero ferroviario che dovrà fare da perno ad un servizio ferroviario veloce e ad alta frequenza esteso all’intero territorio regionale. L’atto di risoluzione del rapporto con la società di progettazione di Monselice, deliberato dalla Giunta regionale il 29 novembre scorso con la delibera sancisce in modo consensuale la rinuncia ad ogni indennizzo da parte di Net Engineering in cambio dell’assegnazione di 28,5 milioni di euro per il triennio 2017-2019 per progettare gli interventi necessari alla realizzazione della rete metropolitana, per un valore complessivo di oltre 200 milioni di investimenti. L’accordo elenca il cronoprogramma dei progetti e reciproci impegni e vincoli, monitorati da verifiche trimestrale bilaterali. “Ringrazio gli ingegneri e gli avvocati di Net e della Regione Veneto per questo storico risultato – ha commentato l’assessore alle infrastrutture De Berti – Questo accordo ci consente di superare le criticità che avevano paralizzato la realizzazione del Servizio ferroviario metropolitano del Veneto e di mettere in cantiere, secondo un serrato ed impegnativo percorso concordato tra le parti, progetti definitivi per l’eliminazione di 22 passaggi a livello, il raddoppio ferroviario di 30 chilometri di binari, il ripristino della linea dei Bivi e la realizzazione delle ‘cuciture’ mancanti per completare il quadrilatero ferroviario. Si apre un nuovo capitolo di quella ‘cura del ferro’ che questa amministrazione sta applicando all’intero Veneto. Consegnando a Rfi, la società che gestisce la rete ferroviaria, progetti definitivi, già cantierabili e in parte già finanziati, siamo pressochè certi di riuscire a rimettere in moto i necessari finanziamenti”. Di simbolico ‘trattato di pace’ che pone la parola fine alla lunga ‘guerra’ tra Regione e Net Engineering ha parlato anche l’ingegner Giovan Battista Furlan, il fondatore della società di progettazione, ora presidente di Net Engineering International, la multinazionale di progettazione infrastrutturale attiva in 35 paesi. “Sono cambiati i tempi, il clima e gli interlocutori – ha sottolineato il ‘padre’ storico del SFMR – Crediamo nella possibilità di collaborare e di sviluppare infrastrutture sostenibili e un nuovo modo di progettare, in linea con i nuovi standard mondiali. L’accordo con la Regione Veneto ci darà modo di testare per la prima volta in Italia questo nuovo modello progettuale già sperimentato con successo all’estero”.

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