Per la piccola Sofia di 4 anni, morta in seguito alla malaria trasmessa da una zanzara femmina, sono in corso indagini delle procure di Trento e Brescia. Tra i ricercatori affermati, da registrare un intervento, pubblicato dal Gazzettino, della nota virologa Ilaria Capua, già in servizio allo Istituto Zooprofilattico di Padova (dove ha identificato il virus dell’aviaria) e, dal 2016, chiamata al ruolo di direttore del centro  “One Health” dell’università della Florida. Dopo aver detto di essere sorpresa di questa morte e che al momento si dovrebbe considerare un evento eccezionale, ma che deve far riflettere, ha fatto il punto sul ciclo della malaria e su questa malattia febbrile acuta. Per la dottoresa Capua bisogna fare i conti sui cambiamenti climatici e con lo spostamento sempre più massiccio in tutto il mondo di queste malattie, Italia compresa. Il vettore della malattia è la zanzara Anopheles; le zanzare del genere Aedes veicolano Zika, una infezione che spaventa di più, dopo l’epidemia esplosa lo scorso anno in Brasile e, fortunatamente, non arrivata in Italia. Va aggiunto che per il virus Zika si conoscevano alcuni vettori ma restano ancora punti interrigativi sulla zanzara Tigre. La virologa Capua  ha voluto parlare anche di contromisure. Ad esempio, ha detto, che bisogna evitare che le zanzare non infettino le case e di provvedere preventivamente ad una serie disinfestazioni dei locali pubblici. La popolazione zanzare che infetta una determinata area è in evoluzione, sia come varianti di sottospiecie introdotte, sia come capacità di trasmettere malattie. Qualora l’inverno 2017-2018 sarà rigido, ha concluso Capua, ci sarà una morte sicura di queste zanzare. Il caso di Sofia è innescato anche un dibattito politico. Lega e FI hanno chiesto al Governo di attivare una stretta sulle immigrazioni, in particolare provenienti da paesi africani. Per la sinistra “è sciacallaggio politico” e frutto di una escalation razzista; per altri esponenti politici “è assurdo fare politica su eventi così drammatici” e non va considerata l’equazione “migranti sui barconi-malattie”. Tornando al parassita trasmesso dalle zanzare, secondo i ricercatori dell’università di Southampton, risulta che il 56 per cento dei casi ad espostare la malaria sono i pasi dell’Africa occidentale. A parere del ministero della salute nel periodo 2010-2015  i casi di malaria motificati sono stati 3633, di cui 89% con diagnosi coconfermata. Tra i cittadini italiani si sono registrati il 20% dei casi, di cui il 41% in viaggio di lavoro, il 22% per turismo, il 21% per volontariato o missioni religiose.

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