Il fatturato 2016 del gruppo Ligabue arriverà a 300 milioni (lo scorso anno è stato di 271): lo ha reso noto il presidente Inti Ligabue, figlio dell’imprenditore e paleontologo Giancarlo, e nipote del fondatore Anacleto; egli ha precisato che il 70 per cento del fatturato è realizzato all’estero. Il Gruppo Ligabue Catering (nato a Venezia nel 1919) è uno fra i più importanti player nei servizi di approvvigionamento e ristorazione nel mercato marittimo e industriale ed è presente in una quindicina di paesi. Con il sistema Sace-Simest, Ligabue ha all’attivo quattro operazioni fra garanzie finanziarie e polizze di fidejussione, ai quali potrebbe presto aggiungersi, come è detto in una nota, un altro intervento a tutela di investimenti nel Medio Oriente e in Africa. I pasti confezionati sono destinati a personale di aziende, di piattaforme petrolifere, di navi da crociera o cargo e di traghetti. Di recente è entrato nella compagine veneziana il Fondo italiano con una quota del 30 per cento, mentre ne è uscito il fondo veneto Alcedo Sgr che vi era impegnato da alcuni anni a supporto del passaggio generazionale che ha portato agli attuali vertici. Ligabue catering ha questa Mission, come è detto in una presentazione aziendale: intendiamo migliorare la vita delle persone di varie culture a livello globale con i nostri eccellenti servizi di Fornitura, Ristorazione e Accoglienza in perfetto stile italiano. Nel corso dei suoi oltre 90 anni di attività Ligabue ha sempre promosso la cucina mediterranea e lo stile di vita italiano, famosi in tutto il mondo e sinonimo di salute e benessere (il fondatore Anacleto Ligabue aveva già introdotto la panificazione a bordo delle navi cargo). L’azienda Ligabue, con i suoi chef e collaboratori, è molto attenta al miglioramento costante della qualità, alla ricerca e selezione dei prodotti e alla cooperazione con i migliori marchi e produttori italiani ed esteri.

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