Se la legge sul consumo del suolo tutela il paesaggio veneto è altrettanto importante procedere con le delibere attuative alla cui stesura Coldiretti può anche contribuire (foto). L’agricoltura si sente chiamata in causa – precisa Coldiretti – come settore maggiormente interessato alla sottrazione di superficie coltivata, non fa piacere essere ai vertici nazionali per cementificazione del territorio. Nel riconoscere il coraggio dell’amministrazione regionale che ha voluto tutelare quanto è rimasto consegnandolo il più possibile integro alle future generazioni Coldiretti ha ricordato in occasione del primo appuntamento di presentazione ufficiale del nuovo testo (a Padova) di aver proposto, vigilato e presidiato i lavori per tutto l’iter capendo l’importanza strategica del provvedimento legislativo. Coldiretti si è battuta per una definizione chiara del concetto di ‘suolo agricolo’ prendendo posizione forte presso i vari partiti sul tema della deroga a favore dei grandi centri commerciali, ritenuta un vulnus alla logica di governo della superficie regionale. e che in sede di approvazione definitiva è stata eliminata. Coldiretti, inoltre, non ha dimenticato di sollecitare alcune questioni importanti che sull’articolato sembravano sfumature ma nella realtà incidevano notevolmente sul settore primario quali la possibilità di aiutare anche economicamente i comuni virtuosi che avviano azioni di rigenerazione urbana per favorire il rispristino delle colture nei terreni agricoli abbandonati o incolti anche attraverso gli “appalti verdi” sottoscritti tra amministrazioni e gli imprenditori agricoli, tra l’altro previsti dalla norma di orientamento. Se la pianura è attraversata da strade che aiutano i trasporti e il turismo significa che gli agricoltori hanno investito e condiviso un modello di sviluppo che agevolasse il sistema economico ma non si può tirare troppo la corda sulla fiducia riposta. E se è più facile parlare di rigenerazione urbana occorre precisare che intorno alle città ci sono colline coltivate, campagne rigogliose e montagne da conservate. “E’ innegabile – sottolinea Coldiretti – la fragilità del territorio a causa di interventi spropositati che vanno dalle cave all’edificazione selvaggia”. “Salvare il salvabile è già tanto – ammette Coldiretti – preventivare, programmare è di più, è una dimostrazione di buona visione politica”.

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