“Faccio appello a chiunque venda gratta e vinci o altri giochi d’azzardo negli ospedali veneti: vengano subito ritirati. E’ un appello al buon senso e a un gesto significativo contro la ludopatia, che sappia andare oltre gli eventuali contenuti contrattuali”. Lo ha detto l’assessore alla sanità della Regione Luca Coletto dopo la  notizia, pubblicata dal  quotidiano Avvenire, di tagliandi del Gratta e Vinci in vendita nell’ ospedale di Santoroso, nel vicentino. Va detto che si tratta dell’edicola del nosocomio. “Se al primo piano di un ospedale si vendono gratta e vinci e al secondo si curano le malattie collegate al gioco – ha aggiunto l’assessore – siamo di fronte a un evidente controsenso, che dobbiamo comunque allo Stato che, come per le tasse sul fumo, fa di tutto per lucrare persino su attività dannose alla salute, salvo poi lanciare campagne contrarie che testimoniano di una elevata dose di ipocrisia. Il giro del gioco d’azzardo in Italia – ha ricordato il responsabile delle politiche sanitarie del Veneto – è valutato in circa 80 miliardi di euro l’anno che, per dare un termine di paragone, non è lontano dall’intera dotazione del Fondo Sanitario Nazionale con il quale si devono curare le malattie, ludopatie comprese. Da questo fenomeno lo Stato incassa circa 6  miliardi di tasse, ma in Italia se ne spendono otto per curare le malattie correlate, che rovinano vite e famiglie. Tutto questo non ha alcun senso. Spero che i titolari dei diritti acquisiti nell’ambito dei project financing presenti per alcuni ospedali del Veneto – ha concluso l’esponente regionale – possano ascoltare questo mio appello e agire di conseguenza. Lo ripeto, sul piano del buon senso. Quello contrattuale è un’altra cosa, ma una volta tanto si potrebbe mettere in secondo piano”. La vendita dei ‘gratta’ nell’edicola dell’ospedale unico di Santorso è stata segnalata da molti utenti che hanno espresso tutto il loro disappunto ai media locali e nazionali. A fianco dell’associazione ( fondatore don Luigi Ciotti) si è schierata anche la presidenza veneta del Coordinamento nazionale delle comunità di accoglienza (Cnca): “Non intendiamo criminalizzare nessuno e siamo consapevoli che il singolo episodio non esprime la complessità di un fenomeno come la dipendenza da gioco – ha chiarito la presidente Dalla Rosa –. Di certo, quella del nuovo ospedale di Santorso è stata una scelta quanto meno infelice”. Secondo la rete dei Nuovi stili di vita, attiva in ottanta diocesi italiane, il ‘Gratta e vinci’ è nella maggior parte dei casi la porta d’ingresso verso la dipendenza da azzardo. Per questo la pubblicizzazione dei tagliandini che promettono la realizzazione di tutti i sogni, con tanto di annuncio di recenti vincite, in un luogo frequentato da persone che spesso attraversano momenti delicati della propria vita appare quanto più inopportuna. Va aggiunto che il gestore dell’edicola ai giornali locali ha riferito al “Giornale di Vicenza ” che un cliente su tre, chiede un ‘Gratta e vinci’. In tutto questo contesto, si è appreso che l’Ulss 7 del Veneto, che all’apertura aveva vietato la distribuzione di tabacchi, era la corrente sulla vendita dei biglietti delle lotterie istantanee. L’azienda sanitaria vicentina ha reso noto comunque che sta valutando la situazione per prendere eventuali provvedimenti. Ma, come è stato posto in evidenza da più parti, la messa al bando dell’azzardo ospedaliero rischia le calende greche perchè c’è da interpretare quel che prevede il project financing.

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