E’ un giovane scienziato dell’Ateneo di Padova, Fabrizio Nestola del Dipartimento di Geoscienze, a vincere il Premio 2016 della Fondazione “Maria Teresa Messori Roncaglia ed Eugenio Mari” dell’Accademia dei Lincei destinato a uno scienziato. La cerimonia di assegnazione del premio nella classe di Scienze Fisiche, Matematiche e Naturali si è svolta a Palazzo Corsini a Roma, alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, dei Ministri Stefania Giannini e Dario Franceschini, e del Vice Presidente del Senato Maurizio Gasparri.Il Presidente dell’Accademia dei Lincei, Alberto Quadrio Curzio, alla presenza del Capo dello Stato e del Presidente della Corte Costituzionale Paolo Grossi in occasione della cerimonia di chiusura dell’Anno Accademico 2015 – 2016 aveva affermato, proclamando i vincitori dei premi assegnati dalla più importante istituzione scientifica italiana, che “l’Accademia dei Lincei nel 2016 valorizzerà i giovani scienziati”. Fabrizio Nestola (nalla foto, in piedi, dietro il presa.Mattarella) ha ottenuto nel 2013 un European Research Council Grant di circa 1.4 milioni di euro per un progetto quinquennale incentrato sullo studio dei diamanti naturali e delle sue inclusioni mineralogiche. Il progetto ha come scopo quello di determinare per la prima volta le profondità alle quali i diamanti cristallizzano all’interno del nostro pianeta. Poiché come è ben noto il diamante è costituito da carbonio puro e non raramente può contenere idrogeno come impurezza è evidente che conoscere fino a che profondità può formarsi significa comprendere il reale ciclo del carbonio terrestre e indirettamente anche quello dell’acqua. A tal proposito, nel 2014 Fabrizio Nestola ha individuato un’inclusione mineralogica molto ricca in H2O all’interno di un diamante (ricerca pubblicata su Nature) che ha permesso di fornire nuovi dati sul reale contenuto in acqua del nostro Pianeta. Dal 2015 Nestola è Professore Ordinario di Mineralogia al Dipartimento di Geoscienze dell’Ateno dove coordina il Corso di Dottorato in Scienze della Terra. Autore di circa 200 pubblicazioni internazional, ricopre il ruolo di Editore Associato per tre riviste scientifiche internazionali (American Mineralogist, European Journal of Mineralogy, Frontiers in Earth Sciences) e di revisore per oltre venti riviste. Nel 2010 ha ottenuto la “Medaglia per l’eccellenza nella Ricerca” dall’European Mineralogical Union e nel 2011 il Premio “Mario Nardelli” dall’Associazione Italiana di Cristallografia. Questa è la motivazione del Premio 2016: “Fabrizio NESTOLA (Torino, 1972) è Professore di Mineralogia all’Università di Padova, dove è leader di un laboratorio per l’indagine cristallografica in condizioni non ambientali di fasi mineralogiche di alta pressione. Il laboratorio, che ospita anche ricercatori stranieri di alto livello, è stato da lui attrezzato grazie a un finanziamento di 1,5 milioni di euro ottenuto nel 2012 dallo European Research Council (ERC). Nestola si distingue in quanto, nonostante la giovane età, ha già conseguito una copiosa ed elevata produzione scientifica (oltre 180 lavori ISI ref.) che ben testimonia anche il suo ottimo inserimento nella comunità scientifica internazionale. Il campo principale di indagine dello studioso è quello della Fisica dei minerali per quanto attiene allo studio del loro comportamento ad alta pressione ed alta temperatura, la definizione delle loro compressibilità ed espansioni termiche, le loro transizioni di fase. Sulla base dell’esperienza maturata negli studi di cristallochimica di alta pressione e temperatura, Fabrizio Nestola ha impostato una linea di ricerca che attualmente costituisce la sua principale attività: lo studio dei diamanti naturali e delle loro inclusioni minerali. Un primo risultato di eccezionale rilevanza (la sicura determinazione della profondità di cristallizzazione di una olivina intrappolata in un diamante siberiano) gli ha fruttato il suddetto finanziamento ERC. Lo sviluppo del progetto ha portato a risultati di avanguardia che hanno suscitato vasto interesse nelle comunità minero-cristallografiche e geofisiche internazionali. Il più importante di tali risultati, pubblicato su Nature nel 2014, riguarda la scoperta di ringwoodite – una fase idrata di alta pressione del silicato di magnesio intrappolata in un diamante – che supporta l’esistenza di una zona idrata di transizione nel mantello terrestre (compresa tra 410 e 600 km di profondità) utile a rivalutare il contenuto in acqua presente nel nostro pianeta”. (m.m.)

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