Si sono trovate a dover sostenere gli oneri dell’organizzazione delle Giornate dello Sport promosse per la prima volta in questo anno scolastico dalla Regione Veneto: ore di lavoro non retribuite agli insegnanti coinvolti e, soprattutto i costi, a fronte di un contributo simbolico da parte della stessa Regione. E stiamo parlando di Scuole già costrette e convivere quotidianamente una cronica mancanza di risorse, che le priva anche dei supporti tecnologici e informatici di base. Stanno protestando gli insegnanti del Dipartimento di Scienze Motorie dell’Istituto superiore Concetto Marchesi di Padova, tramite la loro coordinatrice Monica Rossetto. “Abbiamo sin da subito avuto forti dubbi sull’effettiva possibilità di svolgimento di queste giornate – ha spiegato Rossetto — La stagionalità, un mese freddo e piovoso che limita molto il campo di possibilità e che coincide con la settimana di alta stagione per la montagna; la durata di soli tre giorni, uguali ed obbligatori per tutti, con un’elevata concentrazione (solo il nostro Istituto ha 53 classi per un totale di circa 1.200 studenti…) che mette a dura prova le nostre strutture (noi abbiamo quattro sedi e due palestre di cui una che diventa già difficilmente praticabile con due classi) ma anche le eventuali possibilità di avvalersi, contemporaneamente, dei pochi luoghi dove si può praticare lo sport all’aperto; le possibilità finanziarie (non tutte le famiglie sono in grado di spendere soldi per la gita in montagna, come auspicato dalla Regione); i trasporti (costi e reperibilità in contemporanea da parte di tutte le scuole); la sicurezza (chi vigila durante queste attività? solo i docenti di Scienze Motorie? altri docenti non competenti, preparati ed abituati ad attività pratiche? C’è obbligo di medico in campo? Di un’ambulanza?)”. Nonostante le perplessità, gli insegnanti del Marchesi, come quelli delle altre scuole, si sono messi al lavoro e hanno organizzato per giovedì 2 marzo attività sportive per le classi prime, seconde e terze (circa 700 studenti) agli Impianti CUS con 25 istruttori di varie discipline e la presenza di un medico e un’ambulanza; quindi, il 3 marzo una tavola rotonda con le quarte e le quinte (circa 400 studenti), con Rossano Galtarossa, Chiara Rosa, Jacques Riparelli, Juan Carlos Canelo, Giovanni Maistri e Alice Carpanese. Infine, per il 4 marzo l’uscita didattica sulla neve (900 euro solo di pullman più i costi di affitto attrezzature, corso col maestro, ecc.). Per il 2 marzo si è chiesto ai genitori di accompagnare i ragazzi al CUS e venirli a prendere (700 macchine ad affollare la Stanga!) per evitare l’affitto del pullman; la gita ha invece un costo di 50 euro a ragazzo a carico della famiglia, cosa che ha naturalmente creato un discrimine tra chi se la può permettere e chi no. Non a caso vi hanno aderito solo 91 studenti (e comunque come sarebbe stato possibile portarne 1.200?). A fronte di questo impegno, come informa una nota, la sconcertante risposta della Regione. “Dopo aver compilato moduli richiesta fondi, ed aver lavorato senza alcuna sicurezza e indicazione precisa – ha prosoeguito la professoressa – il 23 febbraio, pochissimi giorni prima, viene comunicato dalla Regione che sono stati assegnati alle scuole richiedenti 250 euro ciascuna per le iniziative degli ‘altri sport’. Cifra che per il Marchesi copre un sesto della spesa prevista: 1.500 euro. Non solo: risulta che il Marchesi è stato escluso dal contributo per gli sport invernali, 500 euro, perché la meta è fuori Veneto. Avremmo forse dovuto scegliere Cortina?” Il finanziamento previsto dalla Regione per tutto il Veneto è di 100 mila euro. Quaranta le Scuole superiori assegnatarie del contributo in provincia di Padova, che riceveranno in totale 9.565 euro, a fronte dei 40.158 richiesti. La Regione riesce a risparmiare qualche soldo, visto che aveva destinato 10.097 Euro. Undici, invece, le scuole che hanno ricevuto il contributo per lo sport invernale, quattro le escluse, per un totale di 5.500 euro. Il. Risparmio, qui è più consistente: 4.597,29 euro a fronte dei 10.097 euro destinati. Somme che, dichiara la Regione, verranno accantonate e non ripartite.
“In pratica, il Marchesi non ottiene neppure i soldi sufficienti per coprire l’ambulanza o il medico, e non è in grado di offrire neppure un simbolico rimborso spese a chi prende un permesso di lavoro per venire a parlare agli studenti. Per non parlare poi della gita in montagna, che resta quindi totalmente a carico delle famiglie. Questo secondo noi non va a favore dello sport ma ancora una volta serve a svilire l’importanza dello sport – conclude – e, soprattutto, ad impoverire la scuola in generale, già alle prese con disagi strutturali e di funzionamento dovuti a mancanza fondi”.

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