Continua la crescita delle esportazioni di vino dal Veneto. L’analisi realizzata dai tecnici di Veneto Agricoltura su dati forniti dalla Sezione Sistema Statistico della Regione, evidenzia che nel 2015 le vendite di vino veneto all’estero sono aumentate rispetto all’anno precedente del +9,8% in valore raggiungendo, dopo sei anni consecutivi di crescita, un fatturato record di 1,83 miliardi di euro. Un risultato dovuto sia all’incremento della quantità esportata, salita a 641 milioni di kg (+3,6%) che, soprattutto, all’aumento del prezzo medio vendita, cresciuto a 2,86 euro/kg (+6%). Esaminando l’andamento delle esportazioni di vino veneto nell’ultimo quinquennio, come è detto in un report, si osserva che esse si sono assestate intorno a una quantità di 6-6,5 milioni di ettolitri, variabile in base all’andamento della vendemmia e alla possibilità di realizzazione di nuovi impianti, mentre il valore esportato è aumentato del +38% in cinque anni, in forza del proporzionale incremento del prezzo medio di vendita (+39%). Un exploit, va sottolineato, in gran parte dovuto al successo del Prosecco nei paesi anglosassoni, mentre le altre tipologie di vino hanno stanzialmente mantenuto le posizioni acquisite. Nel 2015 per le bollicine trevigiane, sia la quantità esportata che il relativo valore sono cresciute di circa un terzo rispetto all’anno precedente (+31%), mentre il prezzo medio, pari a 3,53 euro/kg, ha registrato solo un lieve incremento (+0,8%). Considerando che le nuove denominazioni Prosecco hanno esordito dalla vendemmia 2010, l’andamento delle esportazioni dal 2011 al 2015 dimostra incrementi della quantità e del valore notevolissimi, entrambi dell’ordine del +160%, mentre il prezzo medio ha subìto un andamento altalenante con una variazione minima tra il primo e l’ultimo anno considerato. Se ne deduce che la sua penetrazione sui mercati internazionali è stata accompagnata da un politica di contenimento dei prezzi, poiché l’incremento di valore realizzato è dovuto quasi esclusivamente all’aumento della quantità venduta. ll successo del Prosecco all’estero ha determinato un significativo aumento della quota di mercato degli spumanti che in un solo anno è salita dal 25 al 30% del totale esportato erodendo 4 punti percentuali ai vini fermi in bottiglia, scesi dal 68 al 64%, e un punto percentuale al vino sfuso, la cui quota è calata dal 7 al 6%. Esaminando le destinazioni del vino veneto nel mondo ci si rende conto di quanto tale prodotto sia globalizzato: ben 157 sono i paesi che in qualche forma e misura hanno importato vino dalla nostra regione. Tuttavia la maggior parte delle vendite si concentra in un numero di paesi relativamente ristretto. Le destinazioni che detengono una quota di mercato uguale o superiore all’1% sono 15, mentre i primi 3 paesi in graduatoria (UK, USA e Germania) coprono da soli il 55% del mercato e i primi 10, l’83%. Nel 2015 si è osservata una novità nelle prime posizioni della classifica relativa al valore. Con un incremento del 28,6% su base annua il Regno Unito è balzato dal terzo al primo posto in classifica, scalzando la Germania e mantenendo in seconda posizione gli Stati Uniti. Il mercato anglosassone e quello tedesco sembrano in effetti andare a due velocità: incrementi a doppia cifra per il primo e sostanziale stagnazione per il secondo. Tra le posizioni di rincalzo si osserva una buona crescita di Canada, Svezia, Norvegia e Paesi Bassi, mentre calano Danimarca, Austria e soprattutto Russia (-18%). In forte aumento anche la Cina (+40%) che tuttavia presenta una quota di mercato ancora troppo esigua per essere significativa. L’analisi dei dati sulle destinazioni disaggregati per tipologia di prodotto mettono innanzitutto in evidenza che il mercato dei vini spumanti appare più concentrato, poiché i primi 3 paesi detengono una quota pari al 65% del totale. Eccezionale l’incremento su base annua osservato nei paesi anglosassoni. Nel Regno Unito, dove il Prosecco già nel 2014 aveva superato lo Champagne in termini di valore importato, imponendosi come spumante preferito dai britannici, la crescita è a livelli quasi esponenziali: +60% nell’ultimo anno e +500% dal 2011 al 2015. Negli Stati Uniti l’andamento è analogo, sebbene con tassi di incremento inferiori (+32% rispetto al 2014 e +180% rispetto al 2011).

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