Sono centinaia le persone (anche straniere) che, appena scese dai treni e dalla scalinata di Santa Lucia, si presentano all’ingresso del punto distributivo dell’acqua di melissa del convento degli Scalzi di Venezia. Questo accade da tempo e senza supporto pubblicitario ma solo con il passaparola: è tradizione bere l’acqua di melissa, ricavata dalle erbe dall’orto mistico dei frati Carmelitani fin dal 1710, per le varie proprietà di cui è dotata (è in uso per svenimenti, allevia il mal di stomaco, risolve i vari problemi digestivi e respiratori, attenua i problemi del mal di testa, combatte la forfora, dà un senso di benessere, ecc.). Oltre alla melissa, i frati propongono altri preparati officinali, come un prodotto a base di manna (per bambini e anziani) per gestire i loro problemi intestinali in forma blanda. Da aprile ad ottobre: è questo il periodo di visite come programmato dai frati per visitare il giardino del complesso monumentale seicentesco, capolavoro del barocco veneziano, ispirato al carisma carmelitano e alla storia dell’Ordine, trasformandolo in un luogo di pace aperto a tutti, dove regna incontrastata la melissa. Il giardino, restaurato per l’occasione in collaborazione con l’arch. Giorgio Forti, è aperto da aprile a ottobre e sino ad ora è stato visitato da 700 persone che sono state accompagnate da un gruppo di volontari per i percorsi guidati, durante i quali si illustrano le curiosità legate alle varie piante e ai loro poteri medicinali. “Sino ad oggi a varcarne la soglia – ha detto una delle guide autorizzate, Alessandra Massignani – sono soprattutto gruppi di turisti italiani e stranieri, in prevalenza tedeschi, ma anche studenti delle scuole e residenti che non erano a conoscenza di questo piccolo ‘tesoro’ verde custodito in centro storico”. Il percorso (possono partecipare gruppi di 40 persone) si snoda in sette aiuole, un accostamento carmelitano allo scritto del “Castello Interiore” di Santa Teresa d’Avila, diviso anch’esso in sette dimore. La prima aiuola è un prato verde, che richiama la pienezza, la possibilità di stare tranquilli, di conversare, di giocare. Nella seconda si trova l’Orto delle erbe officinali, che rappresentano la purificazione del corpo per raggiungere Dio. È diviso in otto vasche suddivise in quattro settori, tra cui uno più grande dove è piantata la melissa, per un totale di 33 sezioni che corrispondono agli anni di Cristo. Nella terza aiuola, simbolo della Trinità, c’è l’Orto alimentare, dove vengono coltivati ortaggi e verdure. Un vigneto ricopre la quarta aiuola, in cui sono piantati 17 filari. E’ merito del Consorzio Vini Venezia, che si è impegnato nel ripristino dei vigneti e nella manutenzione, per dar modo ai visitatori di riscoprire l’ultima viticultura lagunare. Il frutteto dei gusti perduti, piantato nella quinta aiuola, è un invito alla generosità. L’orto degli ulivi rappresenta l’amicizia ed è il luogo dell’ultima grande tentazione di Gesù e inizio della sua Passione. La settima aiuola simboleggia, come è stato spiegato, il bosco, dove sono presenti grandi alberi da frutto. Da ricordare che nella “Locandiera” di Goldoni viene menzionata la melissa come medicamento efficace per taluni disturbi. Info: info@giardinomistico.ii, 348.7728430

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