L’evasione ogni anno sottrae all’erario almeno 87 miliardi. A tanto ammontano, secondo la stima dell’ultima relazione allegata alla nota di aggiornamento al Def, le risorse che in media non vengono versate all’Erario. Di questi, rileva il governo nel suo documento, “12,7 sono ascrivibili alla componente dovuta ad omessi versamenti ed errori nel compilare la dichiarazione. Pertanto, il gap derivante dal completo occultamento delle base imponibile e/o dell’imposta ammonta a circa 74,3 miliardi di euro”. In testa all’evasione resta l’Iva. Su questo fa il punto l’Adico, l’associazione difesa consumatori di Mestre. Al bilancio pubblico risultano sottratte, sempre considerando la media degli ultimi anni, circa 35,4 miliardi di euro. Più di un’intera legge di Bilancio. Tale risultato – sottolinea il testo della relazione – si deve essenzialmente a due fattori. L’imposta è quella con la più alta base imponibile e “la specificità del tributo fa si che l’evasione possa assumere un’entità maggiore delle altre alla luce della possibilità di accedere al regime dei rimborsi o delle compensazioni”. Nella classifica del tax gap segue l’Irpef con 30,7 miliardi e l’Ires con 10,1 miliardi. Se si guarda agli anni più recenti, il dato passa dagli 89,1 miliardi del 2014 agli 85,2 miliardi del 2015, con una diminuzione di 3,9 miliardi. Il calo – si spiega – è dovuto principalmente alla flessione del gap IRAP (-2,2 miliardi) e di quello dell’IVA (-1,5 miliardi). Guardando alle altre voci e lungo tutto l’arco temporale spicca il calo del gap nelle locazioni, che passa da 2,3 miliardi del 2010 a 1,3 del 2015, mentre il canone Rai cresce leggermente da 755 milioni di euro a circa un miliardo.

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