Le donne che fanno impresa sono due volte giovani: per data di avvio dell’attività e per incidenza di imprenditrici under 35. Infatti, 4 imprese femminili su 10 sono state create dal 2010 ad oggi (tra gli uomini, solo 3 su 10 hanno meno di 7 anni). Inoltre, le 162mila attività guidate da imprenditrici under 35 sono più del 12% del totale delle aziende a trazione femminile (1.325.438), mentre, tra gli uomini, sono l’8,5%. Sono alcuni dei dati che emergono da una indagine sulle imprese femminili al 30 giugno 2017, elaborati dall’Osservatorio per l’imprenditorialità femminile di Unioncamere-InfoCamere segno evidente che le 554 mila aziende femminili nate negli ultimi 7 anni stanno lentamente modificando la mappa settoriale e geografica del mondo imprenditoriale in rosa. In agricoltura, si concentra il 16,3% della titolarità, uno spaccato su cui Coldiretti Veneto riflette da tempo attraverso il braccio operativo di Donne Impresa la cui guida è affidata ad una frutticoltrice veronese Franca Castellani, a capo di circa 24mila realtà ovvero il 30% della base associativa. “Nel primario si riscontrano gli esempi tra i più innovativi, più fantasiosi, più sicuri dal punto di vista del bilancio – racconta Castellani – Il settore agroalimentare si rivela il campo migliore per le attività più performanti: dall’agriturismo alla fattoria didattica, dalle quali esperienze si evidenziano competenze nuove tipo l’agritata o l’operatrice agricola sociale. Le donne scoprono la campagna come sfida professionale da giovani o come terreno per sperimentare le loro abilità in età matura. Il settore – spiega – dimostra elasticità insieme anche a molte difficoltà legate alla fatica, ma anche questo particolare corrisponde ad un valore aggiunto se si pensa che fino a poco tempo fa la finanzia attraeva gran parte delle nuove generazioni invece adesso sempre più attratte dal lavoro della terra”. “Molta della rinascita professionale è avvenuta grazie a progetti promossi per il recupero di antichi mestieri – conclude – non dal taglio nostalgico, ma dai connotati di un sapere fare che non ha visto ancora una decadenza. Pastori, pescatori, bachicoltori, sono strade professionali scelte da molti giovani veneti che hanno portato nuova linfa al sistema economico rispettando la storia e ripensandola in chiave moderna”.

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