Il socialista Nereo Laroni, ex sindaco di Venezia ed eurodeputato ed ora  esponente del Gruppo Nuovo Centrodestra, ha comunicato di aver lasciato la coalizione con la Giunta regionale, presieduta dal leghista Luca Zaia. La motivazione l’ha spiegata  in aula lo stesso Laroni (nella foto): “ho ricevuto decine di sms di condivisione e solidarietà anche da autorevoli esponenti della Lega Nord, segno che la linea Salvini-Zaia non è assolutamente condivisa al loro interno! E l’aneddoto degli ex AN che accolgono con il braccio teso Zaia a palazzo Balbi ci deve allarmare ancora di più”.  Lo ha detto dopo il suo intervento politico di forte critica verso il presidente Zaia, il consigliere Laroni; egli ha  ricordato come la nostra Costituzione sia evidentemente antifascista. L’esponente del Gruppo Nuovo ha sottolineato la distanza siderale che vi è tra i valori in cui crede e le derive lepeniste della Lega Nord di cui il segretario Salvini è il principale fautore. Per questo motivo Laroni si è sentito di sottolineare, informa una nota dell’uff.stampa del ferro Fini, la differente posizione rispetto ad altre componenti che fanno parte della maggioranza che governa la Regione del Veneto “e che sabato erano sul palco a Roma con esponenti di estrema destra!” Il riferimento è evidentemente  al presidente Luca Zaia. “Io ho una storia politica completamente diversa, che è contro i fascisti, i nazisti, gli estremisti in generale. – è detto in  un comunicato di Laroni – I miei valori, quelli con i quali ho fatto politica per mezzo secolo, sono l’esatto opposto di ciò che loro considerano valori fondanti per le loro forze politiche: ecco perché non potevo non notare questa incompatibilità con i miei convincimenti.  Il loro è un approccio inaccettabile – sottolinea Laroni – sia dal punto di vista etico, sia sul piano politico e costituzionale. Una scelta politica – prosegue Laroni – lontana dai valori sia della tradizione da cui provengo (socialismo riformatore) e sia dal centro destra e lontana soprattutto dai bisogni dei cittadini veneti, italiani ed europei. Ho voluto sottolinearlo – conclude Laroni – perché il caso tocca anche il Veneto in quanto su quel palco assieme a Salvini e a Casa Pound c’era anche Zaia”.

 

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