L’assemblea regionale del Veneto ha integrato la legge regionale sulla caccia impegnando i cacciatori a finanziare – con i proventi delle tasse di concessione regionale – attività di formazione del mondo venatorio e di sensibilizzazione contro il bracconaggio. In pratica si va a destinare una quota delle tasse di concessione regionale, pagate annualmente dai cacciatori, ad attività di tutela ambientale e di corretta gestione dell’ecosistema e della fauna selvatica. Si tratta di un intervento significativo, che vale 350 mila euro l’anno, pari a circa il 10 per cento dei proventi della tassa di concessione regionale pagata dalle 42 mila ‘doppiette’ attualmente in attività, rivolto a sensibilizzare e responsabilizzare i cacciatori e le associazioni venatorie del Veneto ad una corretta gestione del patrimonio faunistico e dell’ecosistema ambientale. Lo ha detto l’ass. Giuseppe Pan. Egli ha aggiunto che si introduce “un meccanismo virtuoso di ulteriore responsabilizzazione del mondo venatorio. Il nuovo fondo regionale istituito consentirà di finanziare progetti di istruzione, formazione a sostegno di iniziative coordinate di controllo della fauna problematica o invasiva, come nutrie e cinghiali. In questo modo i cacciatori saranno coinvolti attivamente e responsabilizzati nella corretta gestione della fauna e dell’ecosistema, così come prevedono le più recenti direttive europee e gli ultimi interventi legislativi nazionali in materia”. Il testo approvato prevede che la Giunta conceda contributi a favore delle associazioni venatorie riconosciute a livello nazionale o regionale per finanziare progetti di informazione e di sensibilizzazione dei cacciatori del Veneto, progetti predisposti e realizzati per favorire, tra l’altro, adeguate conoscenze sulla corretta gestione del patrimonio faunistico e degli habitat naturali, per contrastare il deprecabile fenomeno del bracconaggio, e per favorire la conoscenza delle normative in continuo aggiornamento.

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