Il brigantino Mercurio affondò all’alba del 22 febbraio 1812, al largo di Punta Tagliamento, in acque friulane. La petriera in dotazione di bordo, un piccolo cannone ad avancarica in bronzo, è stata restaurata dagli scienziati di Cà Foscari, esperti di corrosione, ed è ora in mostra a San Sebastiano assieme alla storia del Mercurio, la più antica nave battente bandiera tricolore conosciuta e tra le più importanti scoperte dell’archeologia marittima. Il restauro ha impegnato per un anno e mezzo il gruppo di ricerca sulla corrosione del Dpartimento di Scienze molecolari e nanosistemi, coordinato da Giuseppe Moretti. Progettata e realizzata una vasca adatta al reperto, i ricercatori e gli studenti coinvolti nel progetto hanno alternato elettrolisi, lavaggi e pulitura meccanica, riuscendo a togliere le tante incrostazioni e proteggere la superficie originale del cannone. naugurata in aula colonne della sede di San Sebastiano dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, la mostra ‘Il relitto del Mercurio e la battaglia di Grado – Archeologia sottomarina in Alto Adriatico’, organizzata con il coordinamento scientifico di Carlo Beltrame. Resterà aperta e visitabile, ad ingresso libero, dal 17 maggio al 28 ottobre, dalle 9 alle 19. L’esposizione è dedicata al brigantino Mercurio, la prima nave battente bandiera tricolore, appartenente alla flotta del Regno Italico e affondata nel 1812 il cui relitto fu scoperto da alcuni pescatori nel 2001. L’imbarcazione è stata al centro di un progetto di archeologia sottomarina, condotto dall’Università Ca’ Foscari in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni archeologici del Veneto.

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