I quadri rubati a Castelvecchio di Verona e oggetto di una mostra in Ucraina, paese dove sono state recuperate le 17 opere d’arte, torneranno a Verona nel mese di novembre. Una data non è stata ancora stabilita dal presidente dell’Ucraina; secondo fonti non ufficiali del ministero dei beni culturali si ipotizza che sarà tra il 10 e il 19 novembre. Va ricordato che tra le tele rubate ci sono capolavori di Tintoretto, Rubens, Mantegna e Pisanello. I quadri sono stati ritrovati il 6 maggio scorso in un territorio non lontano da Odessa e, come è risultato dalle indagini, stavano per essere portati in Moldova. Secondo la polizia ucraina, le opere erano state nascoste per sottrarle alle ricerche in corso in Moldavia e per essere poi vendute in Ucraina e in Russia. Le tele – ha scritto a suo tenpo l’agenzia Tass – sono state spedite in Ucraina usando i trasporti postali internazionali e sono state rinvenute sull’isola di Turunciuk, sul fiume Dnestr, vicino alla Transnistria. Del rientro delle opere ha parlato nelle scorse ore il sindaco di Verona. “Sia la Presidenza del Consiglio che l’Ambasciata dell’Ucraina a Roma ci avevano preannunciato che vi sarebbe stato questo colloquio tra i Presidenti Renzi e Poroschenko e siamo felici della sua conclusione positiva. Siamo convinti di aver fatto la cosa giusta tenendo aperto, in questi mesi, un canale di dialogo con l’Ucraina e con il suo Presidente, visto che qualche altro Paese, in Europa, ha invece dovuto attendere anni per la restituzione di opere d’arte”. Questo il commento del sindaco di Verona, Flavio Tosi, alla notizia del rientro nel prossimo mese di novembre dei 17 quadri rubati a Castelvecchio comunicato dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi. “Ringrazio tutti quelli, anche di parte politica diversa – aggiunge il Sindaco – che si sono adoperati con buon senso nell’interesse della nostra Città, evitando di alimentare polemiche dannose o, peggio, di aggiungere grosse fesserie a quelle che qualcuno ha provato a dire. Una giornata triste, invece, per coloro che in questi mesi hanno cercato di aizzare gli animi e di fare inutile e strumentale polemica di parte: ci saranno rimasti male dato che, secondo le loro dichiarazioni, i quadri non sarebbero più tornati. Forse non avevano a cuore l’interesse della città e davvero speravano che le opere non tornassero”. Si è appreso, tramite canali diplomatici, che la procura militare ucraina – che ha gestito l’indagine e il ritrovamento della refurtiva – ha trasferito la pratica e i quadri alla procura generale. Si è in attesa ora di avere il nulla osta del governo ucraia ed il passaggio successivo sarà un contatto formale con la procura di Verona per concordare le modalità e il giorno del rientro dei quadri; le opere viaggeranno su un volo di stato. Per la parte giudiziaria si è appreso intanto che il tribunale del riesame non ha accolto la domanda di scarcerazione di Francesco Silvestri, guardia giurata, e del fratello gemello Pasquale, accusati della rapina al museo di Castelvecchio. I due (sono in carcere) sono ritenuti responsabili, seppur con ruoli differenti, del colpo milionario messo a segno a novembre 2015, quando da Castelvecchio sono stati rubati quadri per un valore di circa 17 milioni di euro. Francesco Silvestri, guardia giurata, che la sera della rapina era in servizio, continua a negare ogni responsabilità e respinge il ruolo di basista, come sostenuto dagli inquirenti. Il fratello Pasquale, invece, ha sempre detto di essere stato contattato dalla gang di Moldavi, anche loro finiti in manette, ma di non aver partecipato personalmente alla rapina. La vicenda giudiziaria è destinata a proseguire nei prossimi mesi considerate le complicanze delle indagini con l’estero.

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